Yemen. Gli Usa si accingono ad abbandonare l’alleato Saleh, ormai insostenibile

Il presidente yemenita Ali Abdullah Saleh

Gli Stati Uniti, che a lungo hanno appoggiato il ditattoriale presidente dello Yemen Ali Abdullah Saleh per la sua lotta contro il capitolo yemenita di Al Qaeda, anche quando il popolo gli si è rivoltato contro, hanno tacitamente cambiato la loro posizione ed avendo concluso che non introdurrà mai riforme democratiche, si accingono ad abbandonarlo, secondo quanto riferisce il New York Times citando funzionari americani e yemeniti.

L’amministrazione Obama aveva finora conservato in privato il suo appoggio per Saleh evitando di criticarlo pubblicamente, anche quando polizia e soldati hanno sparato contro pacifici manifestanti per la democrazia, proprio perchè era considerato un ostinato baluardo contro la rete organizzativa di Al Qaeda nello Yemen.

Questo atteggiamento ha suscitato critiche verso l’amministrazione, nel senso che si è mobilitata contro un autocrate in Libia ma non contro autocrati, alleati strategici, della stessa pasta nello Yemen e in Bahrain.

L’atteggiamento degli Stati Uniti ha cominciato ad evolversi la settimana scorsa quando, funzionari della Casa Bianca, di fronte all’ostinazione e la brutalità di Saleh con gli insorti, hanno deciso che la sua permanenza al potere non era più sostenibile e che l’unica soluzione erano le sue dimissioni.

Ci sono ora negoziati in corso imperniati sulla proposta che Saleh lasci il potere ad un governo provvisorio guidato dal suo vice-presidente fino a quando si terranno nuove elezioni. ”Sul principio non si discute – ha detto al Nyt un funzionario yemenita – si tratta ora solo di stabilire i modi ed i tempi della dipartita di Saleh”. Ma quello che il funzionario descrive come ”il principio” non va bene ai protestatari, che rifiutano qualsiasi soluzione in cui il potere vada ad uno degli accoliti di Saleh.

Il presidente yemenita Ali Abdullah Saleh

La relazione tra Washington e Sana, capitale dello Yemen, era talmente stretta – a quanto rivela Wikileaks – che Saleh aveva detto al comandante supremo delle forze occidentali in Afghanistan, il generale americano David Petraeus, che gli americani potevano lanciare missili dallo Yemen contro i talebani e che Saleh si sarebbe preso la responsabilità degli attacchi.

Dopo il presidente egiziano Hosni Mubarak, gli americani si accingono ora a perdere anche Saleh, un altro cruciale, ma impresentabile, alleato. Si tratterà di vedere, osservano gli analisti, chi verrà dopo di loro e che tipo di rapporti avranno con Washingon.

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