Venezuela: un blog di satira fa infuriare il presidente Chavez

Due dei creatori del blog satirico venezuelano che se la prende con Chavez

In un Paese dominato dalla censura e dal pensiero unico, emerge come una voce libera e ironica. «El Chigüire Bipolar» è il blog ideato da Oswaldo Graziani, Alvaro Mora e Juan Andrès Ravell, tre giovani venezuelani che quotidianamente prendono in giro il leader Hugo Chavez e gli altri capi di Stato sudamericani.

Grazie a un saggio uso dei più moderni social network, i tre blogger hanno rapidamente conquistato gli utenti della rete e, ad appena due anni dalla sua nascita, El Chigüire Bipolar ha un numero di lettori maggiore dei principali quotidiani locali.

L’incredibile successo è dovuto principalmente al tono buffo e tagliente che caratterizza la maggior parte dei post e degli articoli presenti sul blog, molto diverso dallo stile dimesso e ossequioso osservato dagli organi d’informazione venezuelani. Sembra che la repentina fortuna del blog abbia cominciato a preoccupare il regime di Chavez.

Dopo aver ordinato la chiusura di Rctv, canale televisivo critico nei confronti della politica del presidente e aver revocato le licenze a 34 stazioni radiofoniche «dissidenti», il leader venezuelano sta pensando di mettere un bavaglio anche alla rete. La settimana scorsa in un’intervista ha sottolineato la necessità di «controllare» internet e ha consigliato ai suoi concittadini di non usare i social network.
Chavez è il leader più colpito dalla satira di El Chigüire Bipolar. Sul blog è spesso raffigurato come un capo buffo e comico e i suoi discorsi e le sue prese di posizione sono accompagnate da musiche beffarde e sarcastiche. Il blog, inoltre, è ricco di video satirici e di divertenti fotomontaggi che hanno come principale protagonista proprio il leader venezuelano.

Tuttavia El Chigüire Bipolar fa satira a 360 gradi e non risparmia nemmeno gli oppositori di Chavez. Recentemente sono stati presi di mira gli studenti che protestavano contro il leader latinoamericano. Più che interessati alla protesta – ha rivelato il blog – molti giovani erano attratti dalla birra e dalle spiagge venezuelane. Altre vittime della tagliente ironia dei blogger sono gli estroversi leader latinoamericani.

Nei video e nelle immagini taroccate compaiono il presidente brasiliano Lula, rappresentato come un bon vivant che fuma continuamente e sembra strizzare l’occhio al potere statunitense, l’argentina Kirchner, raffigurata quasi sempre in bikini e come una bomba sexy che seduce gli altri presidenti latini e infine il leader iraniano Ahmadinejad, immortalato in più di una foto mano nella mano con Chavez.

Il blog ha ottenuto il più grande successo di utenti lo scorso febbraio dopo la pubblicazione del primo episodio de «L’isla Presidencial» (l’isola dei Presidenti). Si tratta di un filmato satirico ispirato alla serie televisiva «Lost» che è stato visto da quasi mezzo milione di utenti. I protagonisti del video animato sono i leader latinoamericani che naufragano su un’isola deserta e qui sono costretti a sopravvivere e naturalmente a litigare.

Secondo Juan Andrés Ravell è facile comprende il grande successo del blog e dei video satirici: «Nella maggior parte dei Paesi latinoamericani non esiste la satira politica» dichiara il ventottenne al quotidiano argentino in lingua inglese Buenos Aires Herald. «E’ naturale che i cittadini sudamericani siano colpiti dal nostro lavoro».

Il collega trentenne Oswaldo Graziani aggiunge: «Nel nostro continente abbiamo presidenti davvero pittoreschi che quotidianamente ci offrono materiale sul quale lavorare. Cristina, Evo e Chavez…sono perfetti per la commedia». La tv di stato ha più volte criticato «le libertà» che El Chigüire Bipolar si concede.

Durante la trasmissione televisiva La Hojilla, il conduttore Mario Silva ha definito i fondatori del blog «tossicodipendenti che infangano il nome di Chavez». Più i lettori aumentano, più crescono le minacce e le ingiurie. Tuttavia ciò non sembra preoccupare i tre giovani blogger. Al New York Times Oswaldo Graziani ha ripetuto di non temere la censura: «E’ difficile per chiunque combattere contro la supremazia dell’umorismo» ha dichiarato fiducioso il giovane blogger.

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