Venezuela, governo contro speculatori: chiusi 1.500 negozi

I negozi venezuelani speculano sui prezzi e il governo ha disposto la chiusura per 1.500 punti vendita. La scappatoia dei commercianti è stata trovata dopo la svalutazione del bolivar dell’11 gennaio scorso.

A dare annuncio della mossa di Caracas è Valentina Querelas, responsabile dell’ente statale Indepabis che si occupa della difesa dei consumatori.

Tali misure, frutto di 2.400 blitz di rappresentanti dell’ente e di militari, si somma all’occupazione «con fini di esproprio» delle sei succursali della catena commerciale Exito, controllata da capitali colombiani e francesi, sempre per «l’aumento ingiustificato dei prezzi». Nello stesso giorno dell’annuncio sulla chiusura dei negozi, il Parlamento ha approvato una riforma che consente all’esecutivo di espropriare qualsiasi tipo di beni, senza la necessità di una previa dichiarazione di utilità pubblica.

In questo modo i legislatori dei partiti al governo hanno risposto alla richiesta di domenica scorsa del presidente Hugo Chavez di avere «una spada per punire con più forza gli speculatori che tolgono il denaro di tasca alla gente».

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