Venezuela, scontro Usa-Russia. Pompeo: “Regime di Maduro è mafioso e illegittimo”. Mosca: “Golpe”

Venezuela, scontro Usa-Russia. Pompeo: “Regime di Maduro è mafioso e illegittimo”. Mosca: “Golpe” (nella foto Guaidò)

ROMA – E’ scontro, all’Onu, tra Mosca e Washington. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito oggi per una seduta d’emergenza richiesta proprio dagli Usa. “L’esperimento socialista in Venezuela è fallito, la gente è alla fame. Il regime di Maduro è mafioso e illegittimo, ha portato l’economia al collasso. Poniamone fine” ha detto il segretario di stato americano Mike Pompeo in apertura del suo intervento all’Onu, sottolineando come “la crisi umanitaria nel paese necessita di un’azione ora, oggi, per porre fine a un incubo” e lanciando un monito: “Nessuno metta alla prova la determinazione degli Stati Uniti nel proteggere i propri cittadini”. Per tutta risposta, la Russia prima ha cercato di impedire la riunione del Consiglio sostenendo che la situazione nel Paese non costituisce una minaccia alla sicurezza e alla pace internazionale, poi ha ribadito la sua accusa a Washington di voler attuare un “golpe” a Caracas per scalzare Maduro.

La spaccatura internazionale di fronte alla crisi venezuelana è evidente. Stati Uniti e Canada hanno già riconosciuto Juan Guaidò come presidente legittimo, mentre Russia e Cina hanno invece chiesto di non interferire negli affari interni di Caracas. Intanto sulla questione è intervenuta anche l’Unione europea che ha trovato una linea comune: “L’Ue chiede con forza la tenuta urgente di elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili” e, “in mancanza di un annuncio sull’organizzazione di nuove elezioni con le necessarie garanzie nei prossimi giorni, l’Ue intraprenderà ulteriori azioni, anche sulla questione del riconoscimento della leadership del Paese”, ha detto l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, sottolineando che “il Paese ha urgentemente bisogno di un governo che rappresenti la volontà del popolo venezuelano”.

In mattinata era arrivato infatti l’ultimatum di Francia, Germania e Spagna che avevano posto un limite di 8 giorni per convocare libere elezioni in Venezuela, altrimenti verrà riconosciuto Guaidò come presidente legittimo del Venezuela. Una posizione condivisa anche dal vicepremier Matteo Salvini: “Hanno fatto bene perché Maduro sta piegando con la violenza e con la fame un popolo e lo dico perché ci sono anche tanti italiani in Venezuela che stanno soffrendo, quindi spero che anche il governo italiano abbandoni ogni prudenza e sostenga il popolo venezuelano, il diritto a libere elezioni, alla democrazia”, ha detto. L’Italia però non ha ancora preso una posizione ufficiale a riguardo.

Convocare elezioni “eque, libere, trasparenti e democratiche” entro otto giornioppure Francia, Spagna e Germania riconosceranno Juan Guaidò, il presidente del Parlamento venezuelano autoproclamatosi presidente ad interim, come presidente del Venezuela. È l’ultimatum a  lanciato unanimemente dal presidente francese Emmanuel Macron, dal premier spagnolo Pedro Sanchez e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel a Nicolas Maduro. Una posizione a cui potrebbero unirsi presto anche altri Paesi. I leader europei concordano infatti sul fatto che “il popolo venezuelano deve poter decidere liberamente il proprio futuro” e sono pronti a scendere in campo, come ha spiegato il ministro degli Estreri spagnolo Josep Borrell: “Se non esiste la volontà del regime venezuelano a procedere alla convocazione di elezioni, noi solleveremo l’adozione di altre misure, tra le quali anche il riconoscimento di Guaidò come capo di Stato ad interim“.  “Non vogliamo instaurare o rimuovere governi, vogliamo la democrazia e elezioni libere in Venezuela”, ha precisato il premier spagnolo Pedro Sanchez.

Guaidò ha ringraziato in tre diversi tweet i leader di Germania, Francia e Spagna per il loro “impegno nei confronti del popolo venezuelano nella nostra lotta per una nazione libera e democratica“. “L’Unione europea ha ancora compiuto progressi per il pieno riconoscimento e il sostegno della nostra lotta legittima e costituzionale”, ha scritto.

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