Wikileaks. Ha ragione Sarah Palin

di Licinio Germini
Pubblicato il 30 Novembre 2010 - 15:42| Aggiornato il 3 Dicembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Sarah Palin

E’ un repubblicano anche lui, il deputato di New York Peter King, sicchè non in amorosi sensi con l’amministrazione democratica del presidente Barack Obama.

Ma quando ha affermato ”Sarah Palin ha ragione” non pochi sono coloro che si sono detti d’accordo con lui e l’ex-governatrice dell’Alaska Sarah Palin, aspirante alla Casa Bianca.

Che cosa è successo? Nel bel mezzo dello tsunami suscitato dalle nuove rivelazioni Wikileaks – oggi il segretario di stato Hillary Clinton si è sentita in dovere di assicurare sul New York Times che ”la diplomazia Usa sopravviverà”- la Palin dal suo sito su Facebook ha mitragliato Obama & Co. per ”l’inconpetenza con cui hanno gestito le terribili indiscrezioni”.

Ma c’e’ di più: la Palin ha detto che il fonfatore di Wikileaks, Julian Assange, dovrebbe essere ricercato dalle autorità competenti con la stessa lena con cui corrono appresso, peraltro inutilmente, ad Al Qaeda ed ai leader talebani”.

Prima di procedere, occorre sapere – si chiede la Palin – perchè mai Obama ha atteso tanto a lungo prima delle sue recenti iniziative dirette a tappare i buchi dai quali Wikileaks ha estratto le sue dirompenti informazioni.

”La Casa Bianca – afferma la ex-governatrice – ha emesso ordini per tutti i dipartimenti e le agenzie federali affinchè intraprendono immediate misure per accertare che fughe di notizie come quelle delle ultime ore non accadono ancora. Ma perchè – si domanda – la Casa Bianca non ha ordinato queste misure tappabuchi dopo la prima ondata di leaks lo scorso giugno? Cosa spiega questa strana mancanza di urgenza”?

C’e’ poi la questione di Assange, libero uccel di bosco. La Palin, ma non solo lei, dice che dovrebbe essere arrestato. Come mai la Cia, l’Fbi e tutte le altre numerose organizzazioni di controllo dei cittadini americani non riescono ad acchiapparlo? La sua furbizia rivaleggia quella di Osama Bin Laden?

Assange, scrive The Huffington Post, non è un giornalista come non lo è il ”direttore” di Inspire, la nuova rivista in lingua inglese di Al Qaeda. Assange – rincara la Palin – ”è un agente anti-americano con sangue sulle sue mani, avendo tra l’altro le sue prime rivelazioni svelato l’identità di oltre 100 infiltrati tra i talebani che si può immaginare che fine abbiano fatto”.

Secondo l’Associated Press, il deputato King, esponente di spicco della Homeland Security, non ha avuto parole meno taglienti della Palin riguardo alla faccenda dei Wikileaks. Se la vita di americani è messa in pericolo dalla pubblicazione illegale di informazioni segrete, ha detto, ”allora il governo dovrebbe dare la caccia alla gente che controlla Wikileaks per violazione della legge sullo spionaggio.

A Washington non di rado l’indignazione e la conseguente volontà di perseguire chi l’ha causata ha tempi che non possono esattamente essere definiti brevi. Ma a quanto sembra le intemerate fuoriuscite della Palin e del deputato King cominciano ad avere effetti. Il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs ha dichiarato di ”non voler escludere nulla” nel perseguire con severe azioni legali il sito Wikileaks e chi gli sta dietro.