Baratto su Guantanamo e i files di Wikileaks: la Slovenia smentisce Assange

Pubblicato il 29 Novembre 2010 - 16:13 OLTRE 6 MESI FA

”La visita del primo ministro sloveno Borut Pahor negli Stati Uniti non è stata negoziata in cambio dell’accoglimento di un prigioniero di Guantanamo”. Lo ha detto in una conferenza stampa straordinaria a Lubiana il portavoce del ministero degli Esteri sloveno, Milan Balazic, commentando le informazioni rese note da Wikileaks.

Secondo le testate mondiali, che sono in possesso dei dispacci delle ambasciate americane ottenute da Wikileaks, i funzionari Usa hanno fatto ricorso a pressioni di ogni tipo per convincere gli altri Paesi ad accettare prigionieri di Guantanamo. Ai dirigenti della Slovenia sarebbe stato chiesto di accogliere un detenuto in cambio di un incontro del premier Pahor col presidente Barack Obama.

”Non abbiamo alcuna informazione concreta sul contenuto del dispaccio in questione – ha spiegato Balazic – e finché non saremo in grado di vedere il documento non potremo commentarlo”. Il portavoce ha tuttavia aggiunto che una trattativa del genere non è mai avvenuta, spiegando che i contenuti dei dispacci sono ”osservazioni sui vari rapporti tra Stati, e non documenti ufficiali”. Balazic ha però confermato che la diplomazia slovena ha discusso la possibilita’ che la Slovenia accolga uno o più detenuti di Guantanamo, che è stato esaminato il quadro legale, e che si è  giunti alla conclusione che in Slovenia non ci sono le condizioni legali per accogliere simili detenuti. Il portavoce ha annunciato che l’anno prossimo il premier Pahor sara’ in visita negli Usa, non precisando chi incontrerà  in quell’occasione.