Wikileaks: chi è Valentini, l’uomo chiave nel rapporto Berlusconi-Putin

Pubblicato il 3 Dicembre 2010 - 15:47 OLTRE 6 MESI FA

Valentino Valentini

A mediare il rapporto tra Berlusconi e Putin sarebbe Valentino Valentini, consigliere molto ascoltato dal premier. Così ha raccontato Wikileaks in alcuni documenti diffusi nei giorni scorsi. Chi è Valentini lo ricostruisce Tommaso Labate sul Riformista.

Lo staff di Palazzo Grazioli fornisce, in modo informale,  una definizione di Valentini che basta da sola a farne il ritratto: Valentini sta a Frattini come Ghedini ad Alfano. Una figura quindi sì istituzionale, ma soprattutto un consigliere personale e fidato. Insomma quando Berlusconi deve varcare i confini nazionali, Valentini entra in azione. Un ministro degli Esteri ufficioso, si può dire, che dopo le elezioni 2008 ha “rischiato” di avere anche un alto incarico:  quell’anno era pronto a diventare sottosegretario alla Farnesina con delega all’Europa. “Poi la cosa è saltata, perché il ministero avrebbe percepito la nomina di Valentini come un commissariamento di fatto da parte di Palazzo Chigi”, scrive il Fatto Quotidiano.

Per il curriculum ufficiale basta la Navicella della Camera, visto che Valentini è deputato Pdl alla seconda legilstaura. Il libro che contiene tutte le biografie dei deputati racconta che è nato nel 1962, ha una laurea da interprete, un master in business administration, conosce 7 lingue tra cui ovviamente il russo. Lui e Berlusconi si conobbero anni fa, nei corridoi nel Parlamento Ue di Strasburgo. Non un classico berlusconiano però, almeno per come lo descrivono gli uomini di Berlusconi, tanto che a lui è concesso persino il vezzo di portare la barba, unico tra i collaboratori del premier.

Nell’agosto 2005 organizza il vertice informale tra Berlusconi e Putin, sul Mar Nero. Sempre 2005 era nella delegazione governativa che volò a Mosca mentre si incontravano i vertici Eni e quelli Gazprom. Siamo sempre nel 2005, quando Valentini era “Tutor delle imprese italiane in Russia”, cioè “guidava le aziende nell’esplorazione economica dell’economia russa post-crisi, proprio quando venivano lanciate le Zes (Zone economiche speciali) con agevolazioni per gli investitori stranieri”. Il virgolettato è di Valentini stesso che in quall’anno scrisse una lettera all’Espresso per spiegare la propria attività.

Oggi, dopo i documenti Wikileaks, Valentini minimizza il proprio ruolo “ma non troppo”, sottolinea il Fatto Quotidiano. “Al di là di alcuni titoli maliziosi, avrebbe detto, basta leggere per intero i rapporti filtrati da Wikileaks per capire di che cosa si tratti: chiacchiere di corridoio della politica e della diplomazia”. E subito precisa però che lui è davvero uno con un certo peso specifico: “Sui rapporti tra Italia e Russia non c’è nulla di misterioso, come ho avuto modo più volte di argomentare direttamente all’ambasciatore Spogli nel corso di numerose colazioni nella sua residenza di Villa Taverna”.

Nella descrizione che forniscono i berlusconiani c’è spazio anche per i dettagli pittoreschi: si dice che sia il miglior imitatore di Romano Prodi e che, soprattutto, sia l’autore di buona parte delle leggendarie barzellette del Cavaliere.