Yemen. Saleh ancora più debole per altre defezioni

Pubblicato il 22 Marzo 2011 - 13:57 OLTRE 6 MESI FA

Dimostranti a Sanaa

SANAA, YEMEN – Ulteriori defezioni stanno vieppiù indebolendo la posizione del presidente Yemenita Ali Abdullah Saleh, che martedi è stato abbandobato da un diplomatico ed un ex-ministro, passati ai dimostranti che chiedono la fine dei suoi 32 anni al potere, a quanto riferisce la Reuters.

Abdel-Malik Mansour, rappresentante yemenita presso la Lega Araba, ha dichiarato all’emittente Al Arabiya che si è unito ai dimostranti assieme all’ex-ministro dell’Acqua e dell’Ambiente Abdul Rahman al-Iryani, licenziato col resto del gabinetto governativo domenica.

Queste ultime defezioni si aggiungono a quelle di generali, ambasciatori ed alcune tribù. La Francia è stato il primo Paese a chiedere esplicitamente la dipartita di Saleh, che il ministro degli Esteri Alain Juppe ha definito ”inevitabile”.

L’attenzione è ora rivolta a cosa faranno gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita, due importanti alleati che considerano lo Yemen un bastione contro l’intensa attività che vi svolge Al Qaeda.

Il presidente Obama, alle prese con profondi cambiamenti nell’intera regione, ha auspicato che nello Yemen avvenga una ”transizione pacifica”, ma la mancanza di un chiaro successore a Saleh ha aumentato il nervosismo globale.

La scintilla che ha dato luogo alla catena di defezioni è stata domenica il massacro di 52 dimostranti a Sanaa, la capitale, da parte di poliziotti in borghese. Il ministro della Difesa Mohammed Nasser Ali ha agitato lo spettro di una guerra civile affermando che l’esercito è tuttora fedele a Saleh.

”In nessuna circostanza permetteremo che si attui un golpe contro la democrazia e la legittimità costituzionale”, ha avvertito alla televisione di stato il ministro, che ha chiamato Saleh ”fratello presidente”.

Il regime di Saleh non è riuscito a soddisfare le più basilari esigenze dei 23 milioni di abitanti. La disoccupazione complessiva è al 35 per cento, ma al 50 per cento tra i giovani. Le ricchezze petrolifere si stanno estinguendo e oltre due quinti degli yemeniti vivono in povertà.Ulteriori defezioni stanno vieppiù indebolendo la posizione del presidente Yemenita Ali Abdullah Saleh, che martedi è stato abbandobato da un diplomatico ed un ex-ministro, passati ai dimostranti che chiedono la fine dei suoi 32 anni al potere, a quanto riferisce la Reuters.

Abdel-Malik Mansour, rappresentante yemenita presso la Lega Araba, ha dichiarato all’emittente Al Arabiya che si è unito ai dimostranti assieme all’ex-ministro dell’Acqua e dell’Ambiente Abdul Rahman al-Iryani, licenziato col resto del gabinetto governativo domenica.

Queste ultime defezioni si aggiungono a quelle di generali, ambasciatori ed alcune tribù. La Francia è stato il primo Paese a chiedere esplicitamente la dipartita di Saleh, che il ministro degli Esteri Alain Juppe ha definito ”inevitabile”.

L’attenzione è ora rivolta a cosa faranno gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita, due importanti alleati che considerano lo Yemen un bastione contro l’intensa attività che vi svolge Al Qaeda.

Il presidente Obama, alle prese con profondi cambiamenti nell’intera regione, ha auspicato che nello Yemen avvenga una ”transizione pacifica”, ma la mancanza di un chiaro successore a Saleh ha aumentato il nervosismo globale.

La scintilla che ha dato luogo alla catena di defezioni è stata domenica il massacro di 52 dimostranti a Sanaa, la capitale, da parte di poliziotti in borghese. Il ministro della Difesa Mohammed Nasser Ali ha agitato lo spettro di una guerra civile affermando che l’esercito è tuttora fedele a Saleh.

”In nessuna circostanza permetteremo che si attui un golpe contro la democrazia e la legittimità costituzionale”, ha avvertito alla televisione di stato il ministro, che ha chiamato Saleh ”fratello presidente”.

Il regime di Saleh non è riuscito a soddisfare le più basilari esigenze dei 23 milioni di abitanti. La disoccupazione complessiva è al 35 per cento, ma al 50 per cento tra i giovani. Le ricchezze petrolifere si stanno estinguendo e oltre due quinti degli yemeniti vivono in povertà.