Yemen sempre più in fiamme: l'Italia chiude l'ambasciata

ROMA, 31 MAG – Cresce la tensione nello Yemen, e
l'escalation e' segnata dal numero delle vittime: oggi sono
almeno 20. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon chiede un
immediato cessate il fuoco. Interviene anche l'Ue, che condanna
con fermezza l'evolversi della crisi, ritenendo ''inaccettabili
la repressione del regime e le violazioni dei diritti umani''.
La situazione si fa sempre piu' preoccupante anche per gli
occidentali al punto che l'Italia in serata ha deciso una
chiusura ''temporanea'' dell'ambasciata a Sanaa ed il rimpatrio
di tutto il personale. ''Una decisione, la nostra – ha spiegato
il portavoce della Farnesina Maurizio Massari – dovuta
all'aggravamento della situazione di sicurezza nel Paese e nella
capitale Sanaa in particolare nel quartiere dove e' situata la
nostra ambasciata. Sono arrivate nelle ultime ore minacce di
attentati contro ambasciate europee situate nel'area della
nostra ambasciata''.
Se lo scenario si inasprisce, sembra tramontare, intanto,
stando a fonti dell'opposizione, l'ipotesi di un accordo sulla
transizione del potere del presidente Ali Abdullah Saleh con i
Paesi del Golfo.
Oggi, dunque, un sit-in di dissidenti a Taiz, nel sud del
Paese, e' stato disperso dalle forze della sicurezza: 7
manifestanti sono stati uccisi con colpi d'arma da fuoco.
Tredici, invece, i soldati morti a Zinjibar, la citta' a est di
Aden, da domenica sotto il controllo di presunti membri di al
Qaida. E sarebbero stati proprio i miliziani dell'organizzazione
terroristica ad attaccare e massacrare i militari fedeli al
presidente Saleh. Scontri a partire dall'alba, anche a Sanaa,
nella zona della residenza di uno dei piu' potenti capi tribali,
Sadek al Ahmer.
E' l'epilogo di una ennesima giornata di scontri, che arriva
dopo quella campale di ieri: quando circa 30 persone erano
rimaste uccise, fra l'est, preso di mira dai caccia yemeniti che
hanno bombardato l'area di Zinjibar, e Taiz, dove si erano
registrate 15 vittime.
L'Onu invoca un immediato cessate il fuoco. Ban Ki-Moon
chiede di ''tornare immediatamente ad un cessate-il-fuoco che
permetta l'inizio di negoziati''. ''Il segretario generale –
indica il servizio stampa del Palazzo di Vetro – e' molto
preoccupato per le notizie di un uso eccessivo della forza da
parte delle forze di sicurezza dello Yemen contro i dimostranti
a Taiz, e per i combattimenti sempre piu' violenti a Sanaa ed in
altre citta', con decine di civili morti, feriti o sfollati''.
E' sempre l'Onu a citare ''informazioni, che devono ancora
essere verificate appieno, che indicano che oltre 50 persone
sono state uccise da domenica scorsa a Taiz da parte
dell'esercito yemenita, le guardie repubblicane ed altri
elementi vicini al governo''.
''Tali atti riprovevoli di violenza e gli attacchi
indiscriminati contro i civili inermi da parte di agenti di
sicurezza armati deve cessare immediatamente'', ha detto l'Alto
Commissario Onu per i diritti umani Navi Pillay, insistendo
sulla responsabilita' del governo dello Yemen nel garantire la
protezione dei diritti fondamentali dei propri cittadini.
Altrettanto dura la posizione espressa dall'Ue, con l'Alto
rappresentante della politica estera Catherine Ashton, che ha
affermato di essere ''fortemente scioccata'', condannando ''nel
modo piu' fermo'' l'uso della violenza e di munizioni contro le
persone che manifestano pacificamente nella citta' di Taiz.
E' il portavoce della opposizione yemenita, Mohamed Qahtan, a
rendere noto, poi, che il tentativo di mediazione dei Paesi del
Golfo e' definitivamente fallito: dieci giorni dopo il 'no' di
Saleh, di fronte all'intesa proposta dai mediatori del Golfo,
''quest'accordo e' tramontato'', ha spiegato il portavoce.

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