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Aborto: in Texas negato, in Francia nella Costituzione, Macron apre la strada, che farà Meloni, una donna?

Aborto: in Texas negato, in Francia nella Costituzione, un bell’esempio per tutta Europa. Macron apre la strada, che farà Meloni, una donna?

Il caso di Kate Cox, la trentunenne che non ha potuto abortire per il divieto della Corte suprema del Texas, dimostra quanto sia alto il rischio di veder vanificato uno dei diritti conquistati dal femminismo negli anni Settanta.

La Cox è stata costretta ad andare in un altro stato, malgrado il feto sia colpito da una malattia mortale e la salute della madre a rischio. La crescita di un conservatismo ideologico e fanatico, alimentato dal trumpismo, fa impressione e suscita, giustamente, molti timori.

   Se della donna texana si è parlato molto, quasi sotto silenzio è invece passata la decisione di Emmanuel Macron di iscrivere nella costituzione la libertà di abortire.

Una scelta che il presidente aveva annunciato l’8 marzo e che si è concretizzata con il varo di un disegno di legge di riforma costituzionale. I due rami del parlamento dovranno approvare un testo identico e poi il Congresso delle due Camere, riunito a Versailles, dovrà ratificarlo con almeno tre quinti dei suoi componenti.

   Il provvedimento dovrebbe arrivare in porto nel primo trimestre dell’anno prossimo. Ma la scelta dei termini esatti del testo governativo è stato oggetto di lunghe riflessioni. Non bisogna dimenticare che in Francia il Senato, eletto a suffragio indiretto, è controllato dalla destra, sempre molto conservatrice in materia di diritti civili e in particolare sul tema dell’aborto.

Le associazioni femministe avrebbero voluto un testo in cui si cita « il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza ». Il governo, per evitare un insabbiamento, ha preferito un’altra formula : « La legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita alla donna di ricorrere a un’interruzione volontaria della gravidanza ». 

Usare la parola diritto sarebbe stato un gesto giuridicamente più forte, ma forse più difficile da far passare, vista la composizione della Camera alta.

Inoltre, dicono all’Eliseo, l’iscrizione nella costituzione è soprattutto un simbolo, visto che un’altra maggioranza potrebbe cambiare nuovamente la Carta. In ogni caso, restringere l’accesso all’aborto sarà più difficile.

   La Francia è il primo paese europeo a compiere questo passo. Se nel 1975 Simone Veil, ministra della Sanità, fu ricoperta di improperi e dei peggiori insulti sessisti e volgari, la classe politica è ormai favorevole all’aborto : perfino Marine Le Pen si è sempre dichiarata in favore della legge. Oggi, tutti i paesi dell’Unione europea hanno legalizzato l’interruzione volontaria della gravidanza, ma in alcuni restano molti ostacoli.

La scelta dell’Eliseo potrebbe essere un segnale per tutti, anche se in molti paesi, prima fra tutti l’Italia, il peso della Chiesa cattolica resta un freno alla « costituzionalizzazione » dell’aborto.

 

Giampiero Martinotti

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