Elezioni Usa, domenica di veleni e accuse negli USA a due giorni dal grande appuntamento di martedì. Il clima si è fatto incandescente. Trump e Harris ,appaiati nei sondaggi, si sono sfidati nei sette Stati in bilico.
Sta succedendo di tutto: l’appello del pro Harris del New York Times, l’inchiesta su Trump per le minacce a Liz Cheney, la marcia delle donne, persino video russi falsi. In più Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, ha suscitato un polverone incredibile.
Il proprietario (anche) del Washington Post ha rivendicato la decisione di non far esprimere il giornale a favore dei due candidati alle presidenziali americane. La rinuncia all’Endorsement a Kamala Harris o Donald Trump “ è una scelta di principio ed è quella giusta”. La storica testata di Washington sia nel 2016 che nel 2018 si era schierata contro Trump. Oggi non più.
Rush finale della corsa per la Casa Bianca. Domenica effervescente dal Wisconsin alla Georgia, dal North Carolina alla Virginia. Una giornata di campagna elettorale dal ritmo frenetico, un continuo zig zag da uno Stato in bilico all’altro, nel tentativo di convincere gli americani ad andare alle urne. Già 70 milioni di cittadini lo hanno fatto. E in queste ore decisive, in vista del voto di martedì – mentre i mercati sembrano già aver scommesso sul Tycoon – fa sempre più discutere l’endorsement del New York Times che, senza giri di parole, ha scritto:” Trump minaccia la democrazia, votate Harris”.
Donald Trump e’ nella bufera perché ha rivolto all’ex deputata repubblicana Liz Cheney, figlia dell’ex vicepresidente, frasi imbarazzanti e dure. Ha detto:” Mettiamola in piedi con un fucile che le spara addosso e vediamo come si sente”. La colpa della figlia di Dich Cheney è quella di essersi schierata a fianco di Kamala Harris e di non risparmiare attacchi all’ex Tycoon.
La CNN ha riferito che il procuratore generale dell’Arizona sta già indagando nei confronti di Trump per le sue esternazioni. Niente di sorprendente, Trump non è certo nuovo in quanto a problemi con la giustizia: nessun ex presidente degli Stati Uniti vanta un record di procedimenti legali nei propri confronti.
In più c’è lo spettro di una nuova Capitol Hill che preoccupa gli osservatori. I sondaggi di parte parlano di una “ vittoria schiacciante “ in tasca a Trump e questo ha inquietato soprattutto il New York Times che è preoccupato di “ una aspettativa che punta a creare le premesse per l’indignazione dei sostenitori di Trump in caso di sconfitta”.
Addirittura il giornale di New York dice che “alcuni consiglieri del tycoon hanno già suggerito di rivendicare la vittoria, prima che i voti siano contati”. Da più parti, sopratutto nello Stato di Washington, e’ già stata attivata la Guardia Nazionale circa potenziali episodi di violenza legati alle elezioni. Non è un buon segno. Tutt’altro.
Tutti d’accordo, questi ultimi giorni di una campagna elettorale “squallida, la più brutta di sempre”, ha spaccato l’America. Il linguaggio di Trump è cominciato con l’accusa ai migranti di Haiti di mangiare cani e gatti in Ohio ed è proseguita senza freni per conquistare la base del suo elettorato. Kamala Harris, dal canto suo, punta a recuperare sulle donne che sono contrariate dalle politiche di Trump sull’aborto. E l’elettorato afroamericano è il suo cruccio: Il voto nero non è più così scontato. Colpa dei pregiudizi di Kamala su donne ed economia. Su questioni come famiglia e gender la comunità nera e’ più conservatrice. Tutto può succedere.
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