
A Strasburgo la sinistra arriva con Salvini sulla Tesla di Fratoianni ed è sfracello - BlitzQuotidiano.it (Foto Ansa)
Come possiamo fidarci noi italiani della politica dopo quel che è successo ieri a Strasburgo?
Partiti divisi, voti sparpagliati, i nemici che diventano amici, una guerra continua che nel Pd diventa quasi una crisi.
Elly Schlein è con le spalle al muro. Per il riarmo (una brutta parola per molti) il suo partito si è spaccato in tre fra favorevoli, contrari e astensionisti.
Se non è un avviso di sfratto per la segretaria poco ci manca. Si va verso il congresso? Forse. Piero Fassino, ex numero uno degli allora Democratici di Sinistra, chiede subito un confronto.
“I Dem vanno alla guerra per la pace”, titola un giornale; mentre un altro quotidiano parla di una “combriccola di congiurati”. Un terzo, più sintetico annuncia: “Arresa dei conti”.
Lo spettacolo che ha come palcoscenico il Parlamento europeo non ha un solo protagonista. Magari. Ne ha tre, quattro, potrebbe averne altri vista l’aria che si respira.
Grande confusione a Strasburgo
Nella tempesta finisce anche la maggioranza che guida il Paese: Meloni e Tajani sono in sintonia; la Lega vota con i 5Stelle e gli Avs. La confusione è totale e prevederne la conclusione diventa difficile se non impossibile.
Allora, dinanzi a tanto scempio, gli italiani leggono, ascoltano la radio, la tv e rimangono interdetti. Se le elezioni fossero adesso per chi si potrebbe votare? Potreste mai dare un consiglio ad un amico? Il caos avviene in un momento in cui dovrebbe esserci la massima unanimità fra le forze politiche.
La situazione è pericolosa (usiamo un eufemismo), il mondo è come impazzito: ci sono due guerre in atto, si chiede a gran voce la pace, poi che succede invece? Che si litiga, non si trova una via d’uscita, un denominatore comune. Comportamento incomprensibile, ma tant’è: questo offre la piazza.
Una piazza tira l’altra
Già, una piazza: è quella che invocano in tanti. Sabato, a Roma, in Piazza del Popolo, si manifesta per l’Europa, parola magica che dovrebbe convincere tutti. Quando mai? I 5Stelle si sfilano e ne organizzano un’altra per i primi di aprile. Però, il luogo dell’incontro dei pentastellati ha altri rappresentanti che desiderano strappare quel campo (non largo) a Giuseppe Conte: Azione, Rifondazione e l’immancabile Matteo Salvini che non ha mai un attino di tregua.
Se è vero, come è vero che “viviamo in un tempo di pericoli (le parole sono di Ursula von der Leyen), le forze politiche dovrebbero comportarsi in tutt’altra maniera, in modo diametralmente opposto. Invece, quel che è accaduto a Strasburgo potrebbe ripetersi e creare nell’opinione pubblica uno sconforto assoluto.
C’è ancora chi critica gli Stati Uniti per un apparente “cambio di posizione sulla guerra”, mentre Giorgia Meloni è assai più prudente. Osserva quel che avviene con i suoi alleati e ritiene che il sostegno a Kiev non può venir meno, a patto che non si urti la suscettibilità di Trump.
Comunque sia, gli occhi sono oggi puntati soprattutto su via del Nazareno. La guerra sotterranea alla Schlein è esplosa e non ha più motivo di rimanere segreta. Anche Stefano Bonaccini a Strasburgo le ha voltato le spalle ed Elly non ne capisce il motivo visto che fino a pochi giorni fa, l’ex governatore dell’Emilia-Romagna si pronunciava sempre in suo favore.
Dunque, non c’è tempo da perdere se non si vuole creare una crisi irreversibile. I guai, a sinistra, non sono soltanto quelli del Pd.
Nel tritacarne dell’informazione sono finiti pure Nicola Fratoianni e sua moglie, Elisabetta Piccolotti, entrambi parlamentari. Andavano in giro fino a qualche giorno fa con una lussuosa Tesla, una macchina elettrica americana molto amata da Elon Musk. Per carità: mai avere un’auto di questo tipo, nazista di nascita. Si deve vendere, ma di chi è la colpa per averla comprata? Fra i coniugi ecco lo scaricabarile perché in politica non si guarda in faccia nessuno. “L’abbiamo pagata poco”, sostengono i due in coro. Quanto? Il prezzo è di 47 mila euro.
Chissà che cosa ne pensano gli operai che sono politicamente vicino a loro di una cifra che significa spesso due anni di sopravvivenza.