Cinquestelle nel caos. Il Movimento è spaccato. La vecchia guardia è contro Conte. Impazza il dialogo interno dopo la lettera degli iscritti storici che reclamano un “cambio di passo”. Prova a mediare il capogruppo alla Camera, il romano Francesco Silvestri, uomo di peso del M5S di cui è stato anche il tesoriere ai tempi dei governi Conte 2 e Draghi.
Silvestri getta acqua sul fuoco sbandierando il suo non altisonante mantra. E dice a tutti: ”Torniamo quelli di un tempo”. Aggiungendo: ”Restiamo il baluardo contro il pensiero unico”. Una parola.
È un argomento che l’Assemblea costituente – in agenda l’ultimo weekend di ottobre -sarà chiamata a risolvere. Va detto che Giuseppi gode del sostegno di quasi tutti i dirigenti e parlamentari, sia in carica che ex come Stefano Patuanelli o Roberto Fico. E dalla sua parte c’è sempre l’ex sindaca di Torino, ormai n.2 del partito, e ancora poco indulgente col Pd.
Ma va anche detto che gli “oppositori” non sono molti ma sono tosti come il siciliano Alessio Villarosa (già sottosegretario proprio nei due governi Conte) o come il bergamasco Claudio Cominardi, ex sottosegretario nell’esecutivo giallo-verde, oggi nel ruolo chiave di tesoriere del partito; per di più sta con Beppe Grillo.
L’Assemblea costituente dovrà ristrutturare un Movimento alle prese con crescenti criticità, pena la decadenza. Il momento è delicato. I Cinquestelle sono reduci dal flop delle Europee solo in parte mitigato dai successi del Centrosinistra ai quali peraltro hanno contribuito “in modo non sempre dirimente”, come ha commentato Cosimo Rossi su QN. Oggi Conte è ripiegato su quota 10%. Nel 2018 il M5S era al 32,6%. Nel mezzo due governi, uno con la Lega ed uno col Pd, e la partecipazione all’esecutivo di larghe intese, guidato da Draghi e sostenuto da Grillo; scelta mai digerita da Conte che attribuisce a quella scelta la causa e l’inizio della caduta delle stelle. Ergo, sta preparando la risalita. Ma come è possibile?
Voci raccolte mercoledì pomeriggio a Montecitorio dal cronista Pasquale Napolitano – da tempo alle calcagna dei Grillini – riferiscono di un accordo siglato in tutta segretezza tra Giuseppe Conte e l’ex Guardasigilli Andrea Orlando, candidato governatore per il dopo Toti. L’accordo è semplice. Conte avrebbe parlato con l’ex ministro. ”Ti sosterremo in Liguria, ma prima di dirlo, devo farlo digerire ai miei. Per ora continuiamo a dire prima i programmi e poi i nomi”. Una stretta di mano. Patto chiuso. Elly Schlein non è ancora stata informata.
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