Adieu sciu Grillo. Stavolta a quel paese hanno mandato proprio lei. Anzi voscia, come si dice dalle sue parti.
E il fatidico “vaffa” lo ha urlato il suo figlioccio. “Tu quoque Giuseppi, fili mi”. E’ finita un’epoca, dunque, quella dei 5Stelle. “Per adeguarci chiamiamola “Five Stars”, commenta ironicamente uno dei pochi fedelissimi dell’ex comico. Rivoluzione, dunque, a tutto campo. Conte non vuole lasciare tracce del passato. Le regole, il nome, il simbolo, il terzo mandato: non ci sono più e saranno gli stessi iscritti a pronunciarsi contro.
5 Stelle, uno più uno scomparirà
Uno più uno? Scomparirà. Questo è il proposito dell’avvocato del popolo. Un tradimento bello e buono? No, i tempi sono cambiati e i pentastellati non si vogliono far travolgere dal modernismo che sta trasformando anche la politica. I grillini sono rimasti pochi. “si contano sulle dita di una mano”, sostiene chi non è favorevole al nuovo corso: Virginia Raggi, ad esempio, ex sindaco di Roma che gli abitanti della Capitale non ricordano con nostalgia. Forse Alessandro Di Battista che, come Matteo Renzi, è sempre pronto a dire no e ad essere ambiguo. Più cauto è l’ex presidente della Camera, Roberto Fico. A chi continuamente lo interroga risponde con un diplomatico “No comment”.
Grillo non si arrende, tuona a voce alta: “Sono io il garante e il custode dei valori fondamentali dei 5Stelle”. Dimentica forse che nemmeno il nome rimarrà del suo vecchio gioiello. Di che cosa si parla? Ormai quello è un discorso obsoleto, già finito nel dimenticatoio. Conte è tranchant e ritiene che non deve essere lui a scegliere. Sono soltanto gli iscritti, cioè il popolo, a decidere. Sarebbe assurdo che in pochi possano ancora dettar legge.
Conte ha lavorato di fino, bisogna riconoscerglielo. Non ha cambiato le carte in un amen, lo ha fatto “delicatamente”, a poco a poco, mettendo all’angolo i nostalgici e premiando la new generation. Quando si è accorto che il novanta per cento (o giù di lì) era con lui, ha sferrato l’attacco decisivo certo com’era che delle “cariatidi” del Movimento non c’era più traccia.
Hai voglia a dire che il Dna non è cambiato, è sempre quello di una volta. Sono soltanto parole di chi non vuole arrendersi alla realtà. La più crudele dei nuovisti è certamente la calabrese Vittoria Baldino che non ha pietà: “Grillo non ha certezza della realtà politica in cui viviamo”. Che è come dire: sei vecchio, di un’altra epoca che non c’è più. I giovani sono spietati al riguardo e quando si spingono oltre danno un’occhiata alle date di nascita. L’onorevole, sudista, vicinissima a Conte, è del 1988. Si può dire, senza paura di essere smentiti, che quando Beppe ebbe l’idea di far nascere il Movimento, la Baldini era solo una bambina che trascorreva le sue spensierate giornate a Rossano, il suo paese, situato nell’Alto Jonio cosentino.
Cosa succederà ora?
Che cosa succederà ora? Si dovrà attendere ancora qualche tempo. Si ipotizza il mese di ottobre quando tutti gli iscritti si pronunceranno. La vittoria andrà sicuramente ai nuovi, ma bisognerà vedere quali invidie sono già insorte tra i contiani. Lui, Giuseppe Conte, sarà certamente il leader indiscusso. Chi vorrà a fianco? E’ sicuro che avrà già scelto i suoi collaboratori più stretti. Ma quando si parla di nomine nulla è scontato.
Ad esempio: qualcuno ipotizzava che Elly Schlein potesse stravincere su Stefano Bonaccini già scelto dai vertici del Pd? Allora attenzione: niente è scontato in politica. Verificare per credere.