Alta tensione a Bologna: a pochi giorni dal voto delle Regionali (17-18 novembre), il clima si è fatto incandescente. I cortei contrapposti di sabato – antagonisti e anarchici da una parte, “Patrioti” dall’altra – hanno dato la misura di una inquietudine diffusa.
È vero che il pomeriggio di sabato da giorni si annunciava mosso. Da quando cioè la rete dei patrioti ( tra cui Casapound) aveva annunciato la sua manifestazione . Un annuncio letto come una provocazione, non solo dalle realtà anarchiche e antagoniste, ma anche da ANPI, Cgil e Pd. Ma che l’appuntamento degenerasse fino ad aggredire anche ignari passanti questo francamente non era ipotizzabile. Ed invece la concomitanza di estremisti rossi e neri ha sortito un Far West.
Morale: sconti contro la Polizia, agenti feriti, folla di facinorosi, bombe carta e fumogeni contro poliziotti, giornalisti e anche operai di un vicino cantiere del tram. È intervenuta a distanza la premier Giorgia Meloni dispiaciuta nel “constatare che certa sinistra continui a tollerare e, talvolta a foraggiare, questi facinorosi anziché condannare apertamente questi episodi e mostrare solidarietà a chi, ogni giorno, lavora per garantire la sicurezza di tutti”.
REBUS ALLUVIONE
C’è poi l’incognita alluvione a minare talune certezze. Domenica prossima e lunedi sono chiamati alle urne 3.580.529 elettori di 9 province: Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini. Si temono contraccolpi. Il test elettorale arriva ad un mese dall’ultima tragedia e molti cittadini se ne lamentano sentendosi abbandonati. E proprio la Regione che fu di Bonaccini ed Elly Schlein è stata messa nel mirino. In particolare la sinistra e il suo candidato Michele de Pascale, – benché il “campo largo” stia reggendo “potendo contare sui moderati” ( parole del senatore bolognese, il piddino Pierferdinando Casini) – temono il voltafaccia. Prospettiva sostenuta dall’eurodeputata Letizia Moratti (a capo della Consulta di Forza Italia) che appoggia apertamente la candidata del centrodestra Elena Ugolini “che ha fatto dell’efficienza il suo punto di forza”. Addirittura la Moratti dice “Ugolini come Bucci, qui il modello Liguria”.
INCOGNITA AFFLUENZA A BOLOGNA
Altro fattore di ansia. Si teme, soprattutto a sinistra, una scarsa partecipazione alle urne. I motivi non mancano. Sintetizza il sociologo Luca Ricolfi:”La sinistra pensa al gender e i poveri votano a destra. C’è un grande scambio di elettorato che risale a qualche decennio fa, come ha lucidamente ricordato in questi giorni Fausto Bertinotti. E questo vale in tutte le società avanzate. È la sinistra ufficiale che continua a credere che i ceti popolari le appartengano di diritto, ma è solo una fiaba auto rassicurante che non ha alcun riscontro con la realtà”. Dunque questo scambio di elettorato lascerà probabilmente un segno nelle prossime votazioni. Quantomeno nella affluenza. È lontano il 67% in regione (il 71% a Bologna) conquistato da Bonaccini cinque anni fa su Lucia Borgonzoni. Da allora molte cose sono cambiate. Deciderà l’effetto Bologna. Come sempre.