Amadeus caso nazionale? guerra, liste d’attesa, inflazione, basta un trafiletto in pagina

Il futuro di Amadeus, il vate del festival di Sanremo, sta diventando un caso nazionale. Andrà o non andrà via dalla Rai? Resterà in viale Mazzini o accetterà altre offerte, magari più vantaggiose da un punto di vista economico? Sono interrogativi che turbano i sonni di milioni di italiani che sono angustiati da questo dubbio che non li lascia in pace. Per fortuna, l’essere o il non essere, dovrebbe trovare una risposta i primi giorni della prossima settimana quando il divo del momento andrà a discutere con il vertice dell’azienda e potrà trarre le sue conclusioni. 

Il rebus ha quasi la stessa importanza dei gravi problemi che assillano l’Italia. Si fanno pronostici, si intervistano altri presentatori, ma nessuno apre bocca sul futuro nella speranza che la scelta cada su di lui. I favoriti sono Carlo Conti, Paolo Bonolis, Fiorello e Stefano De Martino, il più amato dalle donne.

In fondo, se Amadeus deciderà di cambiare cavallo (non quello che troneggia all’ingresso di Viale Mazzini) vorrà dire che si aprirà una crisi irriversibile? Possibile che in Italia non ci sia un maschietto o una femminuccia che possa sostituirlo? Senza fare inutili previsioni, la fuga di certi famosi personaggi non ha mai creato vuoti incolmabili.

Tutti siamo importanti, nessuno è insostitubile. Insomma, quel che sorprende è la pubblicità che si stando ad un problema che non riguarderà il futuro del nostro Paese. Se n’è andato Fabio Fazio, il “principe” di tante polemiche? Non è successo il finimondo. Gli indici di ascolto non ne hanno risentito e dopo qualche giorno di discussioni a tutto tondo, ogni cosa è rientrata nel suo alveo.

Ha lasciato Lucia Annunziata, non proprio “terza” nell’affrontare gli argomenti più scottanti? E’ stata sostituta da una bravissima Monica Maggioni che sta offrendo una ulteriore prova delle sue capacità professionali. La stessa sorte è toccata a Massimo Gramellini che ha preferito emigrare a La7? Lo “scossone”, come qualcuno prevedeva, non c’è stato e alla Rai non è successo il patatrac.

Quel che invece lascia interdetti è che il caso Amadeus abbia la stessa importanza mediatica di altre questioni che turbano l’Italia di oggi. La crisi politica, innanzitutto, che non conosce soste alla vigilia di elezioni regionali che non coinvolgono centinaia di migliaia di persone. Soprattutto dovremo seguire con attenzione la competizione europea  che potrebbe essere il vero segnale del futuro.

Ancora: la crisi della sanità che, nonostante la nostra legge sanitaria sia tra le più progredite in Europa e forse nel mondo, crea lunghe file di attesa per coloro che non hanno i soldi necessari per rivolgersi al privato.

Senza contare il vulnus che ha provocato al nostro bilancio il superbonus. Solo ora, fatti i conti, ci si rende della spesa che è costata all’Italia: 260 miliardi di euro. Ma ecco che un’altra decisione dell’Europa darà angoscia ai nostri figli o nipoti per la ristrutturazione delle case green. Allora, ce ne sono di questioni che non dovrebbero farci dormire sonni tranquilli. Tanto per cambiare: ci si mette pure la politica a intorbidare le acque con l’infinita corrida che divide i partiti. 

Quindi, per essere franchi, dovremo scrivere che non è il caso Amadeus che deve angustiarci. Se il pluriconduttore del festival vorrà lasciare la Rai, saremo i primi a fargli gli auguri e mandargli il nostro in bocca al lupo. Per il resto, basta: diamo alla notizia il “clamore” che merita. Un trafiletto nelle pagine interne di un giornale senza neanche mettere in risalto il suo stipendio. Dopo tanto clamore speriamo per lui che sia per lo meno meritato. 

 

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Bruno Tucci