![Il conduttore del festival di Sanremo Carlo Conti](https://www.blitzquotidiano.it/wp-content/uploads/2024/12/1-21-1024x683.jpg)
Antifascista e basta, anche al Fesfival di Sanremo: come scivolare nell’oblio dei veri problemi dell’Italia (Foto Ansa) - Blitz Quotidiano
Antifascista e basta. Anche al Festival di Sanremo. Se non lo dici chiaramente che sei contro il ventennio sei espulso: non puoi più intervenire o parlare in qualsivoglia dibattito.
È paradossale che a più di ottant’anni dalla fine di un’era si ponga a chiunque un interrogativo del genere.
Quell’epoca non c’è più, è stata cancellata dalla storia e allora per quale ragione si continuano a porre queste domande? “La verità è che non si hanno altri argomenti su cui dibattere, i contrari a tutti i costi si arrampicano sugli specchi e poi si zittiscono”, tuonano a destra. “È un interrogativo che fa male ed al quale non sanno rispondere”, replicano a sinistra. Ecco come a volte si riduce la controversia tra maggioranza e minoranza.
Ma ‘ndo vai, se antifascista non lo sei
![Antonella Clerici va al festival di Sanremo come co - conduttrice](https://www.blitzquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/01/Antonella-Clerici_090125-www.blitzquotidiano.it_.jpg)
Possibile che non ci siano altri problemi su cui confrontarsi e magari trovare una via d’uscita? Ed è plausibile che tale inutile braccio di ferro non abbia mai fine?
In questo virtuale palcoscenico furoreggia la figura di Maurizio Landini, il leader della Cgil. Senza dubbio è lui l’uomo che un giorno si e l’altro pure spara a pallettoni contro il governo, ma soprattutto contro Giorgia Meloni.
È lei il male, la donna che sta trascinando il Paese verso il baratro economico. Non affronta mai un problema che assilla l’Italia: la disoccupazione, la sanità, la scuola, la povertà, i milioni di famiglie che non sanno come mettere insieme il pranzo con la cena.
In un contesto del genere, chi dovrebbe dare una vera risposta a questa difficile situazione è la gente che va a votare e che deve dire un si o un no a chi governa. Dovrebbe essere una debacle per Palazzo Chigi; poi, invece, vai a leggere gli ultimi sondaggi che sono di ieri ed apprendi che i Fratelli d’Italia sfiorano il trenta per cento delle preferenze e la cosiddetta luna di miele con la premier non è affatto finita. Eppure, le fucilate a pallettoni che raggiungono l’Italia sono innumerevoli, l’ultima delle quali ha per protagonista la Corte di giustizia dell’Aja che ha aperto un fascicolo contro il nostro Paese per il caso Almarsri.
Per fortuna c’è il Festival di Sanremo
Delle due l’una, quindi: o il popolo che abita lo Stivale è tutto impreparato; oppure chi inveisce giornalmente contro la maggioranza lo fa senza averne una ragione ben precisa.
Ora si fa un gran parlare della battaglia che si combatte fra magistratura e politica per la riforma delle carriere: meno potere ai pubblici ministeri, più equità nel giudizio. Da mesi, il divario non si compone, anche se adesso un nuovo presidente dell’Anm pare voglia aprire un dialogo necessario per il futuro. Si chiama Cesare Parodi. Giorgia Meloni lo accetta e apre le porte di PalazBene, invece che plaudire ed essere contenti per aver imboccato una nuova strada, l’Unità, l’ex organo ufficiale del partito comunista, scrive in prima pagina: “Cercasi inciucio disperatamente”, come se Giorgia avesse bisogno di questo dialogo per uscire da un vicolo cieco. Non si sostiene “meno male che la guerra fra i due poteri dello Stato finisca”. No, si preferisce andare alla ricerca del pelo nell’uovo per imbarazzare una premier che lascia correre e se ne infischia di una informazione così di parte.
Ma tant’è: ormai ha inizio il festival di Sanremo, si pensa solo alle canzonette, milioni di italiani dimenticano la politica e vogliono sapere se un’altra Giorgia vincerà la rassegna.
Adesso, sono più tranquilli perché ad una precisa domanda posta da un giornalista al conduttore Carlo Conti. “Sei antifascista?”, lui ha risposto: “Certo che lo sono, ma è una questione anacronistica”.
Possiamo metterci tutti davanti alla tv e deliziarci con le canzonette del Festival, che a volte hanno testi imbarazzanti e quasi proibitivi. E allora, chi se ne frega delle foibe, del silenzio di Elly Schlein su quell’eccidio, della telenovela di Daniela Santanchè: si dimette o no? E’ tutto rimandato alla prossima puntata come nei feuilleton del secolo scorso.