Il giorno dopo l’intervista in cui il ministro dell’Economia, il leghista (moderato e pro-Europa) Giancarlo Giorgetti, aveva parlato della necessità di tassare le imprese che, negli ultimi anni, hanno guadagnato tantissimo, dalla maggioranza fioccano le smentite: “No, non sarà una manovra di sacrifici”. A dirlo in un colloquio con Repubblica è la responsabile della segreteria politica di FdI Arianna Meloni, la sorella della premier. Giura, scrive il quotidiano, di non avere visto il filmato di Giorgetti ma afferma: “Non sarà una manovra che penalizzerà le famiglie, le imprese, i lavoratori, questo è sicuro”, attaccando la sinistra “delle mancette, del cancro dell’assistenzialismo da cui ci siamo liberati”.
Arianna Meloni: “Non sarà una manovra lacrime e sangue”
“Questa storia della manovra lacrime e sangue – dice ancora – mi ricorda il racconto che si faceva sulle nomine in Europa, che saremmo stati isolati in Ue perché non abbiamo votato Von der Leyen: invece non siamo stati isolati, anzi abbiamo deleghe molto pesanti e l’Italia è centrale. Ora dicono che metteremo tasse su famiglie e imprese. Ma è il contrario: noi lavoriamo per le famiglie, per le imprese e per i lavoratori”. Sul blocco ferroviario “è giusto che si accertino le responsabilità di quell’incidente, si sta già muovendo il Parlamento, che ha convocato le società coinvolte. Salvini fa un ottimo lavoro”. Rispetto invece al dibattito interno con FI afferma: “Ma no, siamo coesi, il governo durerà fino a fine legislatura, al 2027, c’è un programma che abbiamo presentato agli elettori e quella è la bussola. Poi certo, ci sta anche una dialettica interna, possono esserci sfumature”.
Tajani: “Con noi al Governo non ci sarà nessuna nuova tassa”
Sulla stessa linea che porta alla smentita delle parole del ministro è Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia: “Il ministro Giorgetti sta lavorando seriamente con i ministri alla nuova legge di Bilancio. Tutti devono contribuire, pagando le tasse che già ci sono”. Tajani lo ha detto in un colloquio con La Stampa. Ed ha aggiunto: “Finché saremo al governo non ci sarà nessuna nuova tassa. Il concetto di ‘extraprofitto’ è incomprensibile – dice – Cosa vuol dire? Che è un profitto illegale? Allora si chiama la Guardia di Finanza. Ma se qualcuno guadagna molto pagherà le tasse in base al sistema fiscale che abbiamo. Extraprofitto è un concetto extraterrestre. Il dialogo con le banche deve essere sempre aperto, anche per rassicurare gli investitori stranieri che sono interessati all’Italia”.
Alla manovra mancano circa 10 miliardi: “La nostra spesa pubblica è di mille miliardi: 10 miliardi rappresentano l’1% di questa spesa, che possiamo recuperare con una maggiore efficienza di gestione, tagli agli sprechi, privatizzazioni, vendita del patrimonio non utilizzato, liberalizzazioni. Ma ricordo che soprattutto dobbiamo ridurre il costo del debito pubblico. Dobbiamo fare tutto il possibile per far scendere i tassi d’interesse e diminuire il costo del denaro. Serve liquidità nelle tasche di imprese e famiglie. Credo che le parole di Giorgetti siano state male interpretate. E infatti il calo in Borsa è durato poche ore”.
Sullo Ius Scholae: “Credo che poco alla volta anche i partiti con cui siamo saldamente alleati si apriranno a una discussione pratica e responsabile”. Rispetto alla ‘campagna acquisti’ di Forza Italia: “Sono loro che vengono da noi. Quello che abbiamo fatto è cercare di allargare il nostro mondo, cerchiamo di colmare quel grande spazio politico che va ‘dalla Meloni alla Schlein’“. Sul voto sì all’aumento dei dazi sulle auto elettriche cinesi: “Gli aiuti che lo Stato cinese ha offerto al suo settore automobilistico rischiano di far chiudere il nostro settore”.
Sottosegretario Freni: “Nessuna imposta aggiuntiva”
“Inviterei ad ascoltare il ministro Giorgetti con più attenzione e magari a non estrapolare qualche frase da un discorso più articolato. L’equazione tra sforzo e tasse è decisamente forzata, per non dire azzardata. L’impegno non si tradurrà in un aumento delle tasse”. Così a Repubblica il sottosegretario all’Economia Federico Freni. Freni esclude un’addizionale Ires: “Balzelli o incrementi di aliquote non appartengono al vocabolario e al dna di questo governo. Gli italiani ci hanno votato per ridurre le tasse, non per aumentarle”.
I sacrifici sarebbero “le modalità con cui tutti, nessuno escluso, possono partecipare agli obiettivi, condivisi, del rafforzamento della crescita e del risanamento delle finanze pubbliche rispondono a principi di buon senso. Il governo non agita la clava né pensa a prelievi forzosi. Ognuno sarà chiamato a contribuire secondo le proprie possibilità”. “La narrazione della tassa sugli extraprofitti – prosegue – è tanto semplicistica quanto pericolosa per gli effetti che avrebbe sull’economia. Le banche pagano le tasse come tutti e come è giusto che sia: un’imposta aggiuntiva non è all’ordine del giorno. Le banche non sono predatori assetati di sangue. Dovremmo, tutti, iniziare a considerare le banche come protection company, piuttosto che come un immaginario nemico. L’erogazione del credito a famiglie e imprese non è beneficenza: fa sistema”. E allora come possono partecipare? “Esistono diversi strumenti che possono garantire un flusso di cassa allo Stato. Il perimetro è quello fiscale: le soluzioni specifiche emergeranno dal confronto in corso”. “Il principio vale per tutti: nessuna tassa extra. Le imprese vanno sostenute, non affossate: è una priorità di questo governo e, da sempre, della Lega”.