Non hanno votato e non voteranno il prossimo 5 dicembre al secondo turno del match tra il Fondatore, l’Elevato, il Garante, Beppe Grillo e l’avvocato Giuseppe Conte.
Sono, però, i supporter genovesi dei due sfidanti, che si trovano anche inconsapevolmente sulle barricate contrapposte di un confronto con una radice genovese.
Grillo è nato a Genova, anzi a Savignone, sglabro entroterra ligure, campagnetta di villette e piccole case, ma è cresciuto a San Fruttuoso, quartiere semipopolare, limitrofo al cuore della città, una grande piazza dove lui giocava a pallone e ora ci sono gonfiabili per i bambini, giostre e tante panchine per i pensionati. Quartiere dove la metropolitana genovese, una linea di solo 7 chilometri, non riesce ancora ad arrivare.
Grillo da Savignone a San Fruttuoso
Lì il Fondatore ha maturato la sua vocazione comica con personaggi come Orlando Portento, anche lui comico cabarettista. diventato celebre in tv dove aveva lanciato la celebre infermiera dai seni record Angela Cavagna.
Ma, raggiunto il successo anche grazie ai testi che gli scriveva l’albenganese Antonio Ricci, il re di “Striscia la notizia”, di “Drive in”, di tante invenzioni tv, che allora era un prof alle Medie con dentro il genio della comicità, Beppe Grillo è andato ad abitare a Sant’Ilario, collina da sogno sopra il quartiere di Nervi, dove ci sono ville e villette e panorami fantastici in faccia a Portofino.
Ci abitano grandi industriali e professionisti, ex sindaci come Adriano Sansa e la famiglia di Franco Bonelli, il fondatore dello studio legale più importante d’Italia, Bonelli-Erede-Pappalardo e quella di Paolo Mantovani, il mitico presidente della Sampdoria, l’ex presidente del porto Giovanni Novi, armatori e notai.
Ma non sempre Grillo abita lì, avendo altre residenze, una in particolare a Marina di Bibbienna e un’altra in Sardegna.
La radice genovese
Ma questa radice genovese è rimasta eccome, anche per quel filo di amicizie consolidate in tutta la vita, con personaggi mica secondari e tutti ultragenovesi, impegnati sempre per la loro città e spesso consiglieri di Beppe, almeno fino a ieri, chissà se nelle tempeste di oggi.
Tra questi c’è stato Gino Paoli, che oggi ha 90 anni e vive non lontano da Sant’Ilario, in un quartiere alto dove si barrica un po’ non smettendo mai di pizzicare la sua chitarra.
Poi c’è inevitabilmente Renzo Piano, che a Genova si vede un po’ meno da qualche tempo, ma non manca mai e ora vive prevalentemente a Parigi, in Rue des Archives, vicino al suo Beauburg, che in questi mesi è diventato un grande cantiere di restauro.
Antonio Ricci è anche lui lontano dalla fucina grillina genovese, vive tra Milano, dove dirige “Striscia” e dispensa scoop come quello che ha polverizzato il matrimonio della premier Giorgia Meloni con i fuori onda sul suo ex marito Gianbruno e Alassio, dove abita in un giardino da sogno da lui curato meglio delle “strisciate” tv.
E infine c’è il dentista Flavio Gaggero di Pegli, amico della prima ora è confidente di Grillo, uno che lo sente e lo consiglia sempre anche in questa tempesta.
“Siamo tutti dalla sua parte, spiega dal suo studio, dove cura prevalentemente chi non si può permettere il dentista, come sempre . Non si possono tradire così le regole che Beppe aveva dato, creando un movimento che si è affermato con tanta forza. Mai più di due mandati, la battaglia per l’acqua pubblica….
“La politica di Beppe è sempre stata utopistica, io glielo ripeto da tempo, ma è quella giusta contro i mandati a ripetizione. E’ quella reale che si affermerà e che lui ha anticipato di venti anni: digitale e non di carta, come quella di oggi. Aveva tradito Di Maio, appena si era sistemato vice presidente del Consiglio e ora Conte vuole sistemarsi anche lui, dimenticando come è arrivato lì”.
Gaggero dice che i vecchi e solidi amici sono tutti uniti intorno a Beppe anche ora, che stanno cercando di cancellarlo e che è difficile parlargli in questi giorni.
“Ma ha ragione lui a resistere perché questa politica sta fallendo e il partito che vuole costruire Conte non assomiglia in nulla ai principi che Grillo aveva lanciato e che prospettavano un modo completamente diverso di rapportarsi con i cittadini, con gli elettori”.
Gaggero è sicuro che tra dieci, venti anni “la politica reale”, quella che Beppe aveva lanciato, vincerà. Anche Renzo Piano, da Parigi e Gino Paoli da Genova sono vicini e aspettano la fine di questo confronto.
Cosa succederà se la sconfitta pesante subita nella prima votazione si ripeterà il 5? Gaggero non crede che Grillo mollerà e si affida alla sua intuizione. Si aspetta qualche mossa importante.
Molti più cauti sono gli altri “beneficiati genovesi” del Fondatore, quelli che grazie a Grillo hanno conquistato posizioni di grande rilievo, come il senatore Pirondini, eletto a Genova e scelto proprio da Beppe, che aveva addirittura cancellato la decisione della piattaforma Rousseau, favorevole a Marika Kassimatis, candidata sindaco del Movimento, nelle elezioni del 2017, per indicare lui.
“Per me Grillo va rispettato e il suo ruolo è indimenticabile”- dice il senatore con grande diplomazia. Intanto il suo mandato a Palazzo Madama dura, comunque, ancora tre anni, salvo incidenti.
Stefano Giordano, l’unico appena eletto in Regione, dove i 5 Stelle sono crollati al 5 per cento, sta li’ e non si schiera. Come Roberto Traversi deputato alla seconda legislatura, ex sottosegretario nel governo Conte. Da che parte starà? Intanto sta alla Camera grazie a ……Grillo.
Silenziosi tutti i desaparecidos grillini dei tempi passasti, da Paolo Putti, anche candidato sindaco e poi consigliere comunale, Alice Salvatore, pasionaria, ex consigliere regionale molto impegnata e anche lei oggi distante.
Bisognerebbe, per capirne di più di questo fronte genovese grillino, post grillino e contiano, chiedere lumi al “maestro” di Giuseppe Conte, che è un grande avvocato genovese, docente universitario, grande giurista, Guido Alpa, classe 1947, già presidente nazionale degli avvocati, nel cui studio romano Giuseppi è cresciuto.
Alpa vive a Genova nei fine settimana, ma il cuore del suo lavoro è a Roma e non ha mai detto una parola sul suo allievo, diventato presidente del consiglio a sorpresa e ora capo partito contro Grillo. Da Alpa Conte avrà imparato molto e non solo in scienza giuridica, probabilmente sfruttando i suoi consigli nel momento in cui l’allora staff di comando del Movimento, con Di Maio e Buonafede, gli offrirono la carta apparentemente incredibile di presidente del Consiglio. Ma ora? C’è anche la saggezza e l’intuito di Alpa nelle mosse del suo allievo, salito così in alto?