“Non capisco perché debba essere un tema all’ordine del giorno. La fiamma dentro al simbolo del partito Fratelli d’Italia ha portato soltanto vittorie. Che senso ha toglierla?”. Così al Corriere della Sera Italo Bocchino. Ciriani? “Credo che lui abbia voluto fare soltanto una riflessione” che però ha aperto un dibattito che “crea danni. Si dà il fianco agli intellò, gli intellettuali alla francese, e alla sinistra in generale”.
“La fiamma non ha portato a Fratelli d’Italia soltanto vittorie e riconoscimenti – prosegue -. È l’unico simbolo che dal 1948 a oggi è sopravvissuto in Parlamento. È passato dal Msi, ad An, e poi a Fratelli d’Italia. Sono spariti lo scudocrociato della Dc, la falce e il martello del Pci, il garofano del Psi, l’edera repubblicana. Con la fiamma il partito di Giorgia Meloni è arrivato ad avere il 30 per cento dei voti. Un sintomo di una vitalità e di un’energia eccezionale. Non dimentichiamo che cosa ha rappresentato la fiamma in tutta la storia repubblicana. Una comunità umana e politica che si è battuta per la nazione e il popolo. Quello che sta facendo adesso Giorgia Meloni. E non si sta limitando a questo”.
La premier, secondo Bocchino, “sta contribuendo a far nascere un’internazionale conservatrice di cui lei sarà un grande leader”. C’è già Trump, gli viene obiettato: “È vero. Ma bisogna considerare la questione anagrafica”.
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