Bufera su Netanyahu. I sei ostaggi giustiziati a Gaza da Hamas hanno suscitato la ribellione di Israele al grido: ”Netanyahu, sono morti per colpa tua”. E così è scattato lo sciopero generale. Il Paese si è fermato. Migliaia di dimostranti sono scesi in strada al fianco delle famiglie dei rapiti, le bare esposte su un mega palco. Per la prima volta si è schierato anche il sindacato. Tutto chiuso: uffici pubblici e privati, ministeri, banche, negozi, bar, ristoranti, cinema, municipi, porti, trasporti pubblici; le lezioni scolastiche ridotte. Il popolo di Israele contro il governo di Benjamin Netanyahu. Ne è uscito un lunedì nero, surreale, carico di rabbia , con scontri e arresti di attivisti. C’è stata anche una contro-manifestazione a favore dell’esecutivo al grido: ”Non ci fermeremo finché non vinceremo”.
L’intervento del Tribunale
Il presidente del Tribunale del lavoro ha ordinato la fine dello sciopero alle 14.30 locali di lunedì 2 settembre “dopo aver ascoltato le posizioni delle parti”. L’ingiunzione, riferisce Ynet (quotidiano israeliano pubblicato in lingua ebraica fondato nel 1939 a Tel Aviv) è arrivata dopo le forti pressioni del governo sul sindacato per non bloccare le attività del Paese. Ma io leader dell’Istadrut – il più grande sindacato israeliano – ha contestato l’orario delle 14.30 dicendo che “lo sciopero si concluderà alle 18” (le 17 in Italia). E, forse, avrà un seguito martedì. È muro contro muro. E le diplomazie restano al lavoro h/24. Tira aria di una svolta. Ma di che genere?
L’accordo “prendere o lasciare”
È l’ultimo accordo proposto da USA, Egitto e Qatar dai toni ultimativi. Appunto “prendere o lasciare”. Il negoziato ha un ostacolo al momento insuperabile. Si tratta del cosiddetto “Corridoio Filadelfia”, una linea rossa invalicabile nelle trattative tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Un lembo di terra che lo stato ebraico controlla militarmente: lungo 14 km e largo 100 metri il corridoio Filadelfia si estende dal Mar Mediterraneo fino al valico di Kerem Shalem e funziona da cuscinetto al confine tra Egitto e Striscia di Gaza.
Ha una importanza strategica immensa e Israele non vuole rinunciare avendo l’obiettivo di isolare completamente la Striscia di Gaza. È il caso di ricordare che questo corridoio è l’unico accesso per i palestinesi che non è direttamente controllato da Israele, ovvero il valico di Rafah. Da questo valico, tra le altre cose, passa anche la quasi totalità degli aiuti umanitari. Hamas osteggia il niet di Tel Aviv. Nelfrattempo, dice l’autorità palestinese, i morti di Gaza hanno superato la quota 40.000. La pressione su Israele è massiccia. Cia e Mossad continuano ad incontrarsi.