Burrasca continua. Non bastavano quelle in corso come le tensioni tra governo e magistratura, tra il braccio di ferro sui migranti in Albania; il processo a Salvini per il caso Open Arms, le “300 camicie nere a Bologna“ (sindaco Lepore dixit), il Pd contro Fitto a Bruxelles, l’annunciato sciopero generale (29 novembre) dei pro PAL, le prove di “rivolta” con i sindacati, la mobilitazione di Centri sociali e Cobas, l’assalto al “fortino rosso” emiliano in vista delle imminenti Regionali. No, tutto questo non bastava. A gettare altra benzina sul fuoco ci si è messo il filo Trump Elon Musk, bastonando le nostre toghe (“Via i giudici anti Albania”). Francamente avremmo fatto a meno di questa sua inutile interferenza.
Il miliardario americano, 53 anni, capo della compagnia aerospaziale SpaceX (obiettivo: colonizzare Marte) e della casa automobilistica Tesla (130 mila dipendenti, veicoli elettrici), è entrato a piedi uniti nelle nostre faccende per dirci che il vento è cambiato e soprattutto per convincere Giorgia Meloni ad allinearsi a Trump. Usa i suoi mezzi per favorire la convergenza sovranista mondiale. Per carità, Musk non ricopre alcun ruolo istituzionale ma con le sue bordate è riuscito a monopolizzare il dibattito politico italiano. Gli sono bastate cinque parole di commento a un utente sul suo social network “X” alla decisione dei giudici del tribunale di Roma per scatenare una bagarre politica. Alla fine Elon Musk avrà un ruolo nel governo di Trump; con ogni probabilità farà da consulente del Presidente degli Stati Uniti con il compito di tagliare le spese delle Agenzie Federali. Sarà a capo di un nuovo Ente che Trump ha già chiamato “Dipartimento per l’efficienza del Governo”; non sarà un dipartimento vero e proprio, cioè un Ministero, ma qualcosa di simile.
È il caso di ricordare che nei mesi scorsi Elon Musk era stato uno dei principali sostenitori della campagna elettorale di Trump. Allo scopo aveva istituito un “Super Pac”, cioè una organizzazione che gli ha consentito di fare ingenti donazioni ai candidati evitando alcune delle regole più rigide sulla rendicontazione delle donazioni politiche. Musk si stima che abbia investito circa 200 milioni di dollari.
Certamente gli interessi economici del padrone di Tesla possono avere un ruolo nella sua ammirazione per Giorgia Meloni. Sicuramente tali interessi incidono molto, ma anche perché l’Italia non ha tante risorse da investire nella intelligenza artificiale, quindi ha bisogno di altri capitali. E questo accresce la sudditanza di Roma nei confronti degli Stati Uniti anche in ambito tecnologico. Le parole di Musk hanno fatto infuriare la sinistra. Ha detto Simona Bonafè: ”L’attacco di Elon Musk rappresenta una inaccettabile ingerenza negli affari interni del nostro Paese”. Sulla stessa linea Salvatore Casciaro, segretario generale della associazione nazionale magistrati.
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