"Buy canadian instead", la risposta del Canada ai dazi di Trump. Via dagli scaffali whisky, birra e liquori americani (foto da video) - Blitz Quotidiano
A partire dal 4 marzo, Donald Trump ha imposto dazi doganali su Canada, Messico e Cina. Oltre a queste misure, il neopresidente degli Stati Uniti ha più volte ribadito, sin dalla campagna elettorale, la sua idea che il Canada dovrebbe diventare il 51° stato americano. Queste tensioni commerciali e politiche tra i due Paesi hanno scatenato un’ondata di patriottismo in Canada, spingendo molti consumatori a scegliere consapevolmente prodotti locali e a sostenere il movimento “Buy Canadian”.
Uno dei primi settori a reagire è stato quello degli alcolici: molte delle tredici province canadesi, dall’Ontario al Québec, hanno iniziato a privilegiare prodotti nazionali rispetto a quelli statunitensi. Questa scelta è stata anche politica, considerando che whisky, bourbon e altri liquori americani sono prodotti principalmente in stati a guida repubblicana. Ma il boicottaggio non ha riguardato solo i superalcolici: anche la birra statunitense ha subito un calo nelle vendite, mentre quella messicana è stata risparmiata per solidarietà nei confronti di un altro Paese colpito dai dazi.
Una recente ricerca ha evidenziato come un numero crescente di canadesi stia orientando le proprie scelte d’acquisto verso i prodotti nazionali. Secondo il sondaggio, il 42% degli intervistati sarebbe disposto a fare di tutto pur di evitare merci statunitensi, mentre l’88% acquisterebbe con certezza un prodotto pubblicizzato come “made in Canada”. Un’altra indagine ha rivelato che il 56% dei canadesi smetterebbe completamente di acquistare un determinato prodotto se non esistesse un’alternativa nazionale.
La protesta non si è limitata ai consumatori: decine di supermercati hanno rimosso dagli scaffali gli alcolici americani, sostituendoli con cartelli che invitano a comprare prodotti canadesi con la scritta “Buy Canadian Instead” (“Compra invece canadese”).
Navigando sul web e sui social, è facile imbattersi in personaggi noti e meno noti che spiegano quali prodotti siano effettivamente realizzati in Canada e quali provengano dagli Stati Uniti. Tuttavia, a causa della forte integrazione industriale e commerciale tra Canada, USA e Messico, non sempre è immediato distinguere l’origine delle merci.
Il movimento “Buy Canadian” ha insomma guadagnato terreno, anche se davanti a sé ha trovato e sta trovando tuttora due ostacoli non da poco: la disparità di prezzo che a volte c’è tra i prodotti nazionali e quelli importati e la difficoltà ad individuare sull’etichetta se effettivamente una merce sia prodotta in Canada o meno. Vedremo l’evolversi di questa guerra commerciale e vedremo se accadrà qualcosa di simile anche in Europa.