Campo largo o sfigato? caos a sinistra, Meloni soffre con Salvini, è il dramma delle coalizioni

In molti nel Pd non vogliono più sentir parlare di campo largo. “Non esiste, è una invenzione mediatica”, dicono alcuni. E’ sempre colpa della stampa se le cose vanno male! Altri vanno più in là e parlano apertamente. Come? Ritengono che “porti sfiga”. Spiegano; “Ogni volta che si è tentato questo esperimento ( campo largo o ristretto) abbiamo perso”.

La Sardegna non c’entra perché lì l’accordo era stato stipulato solo tra dem e grillini. Nella sinistra, in genere, non sanno che pesci prendere. Tanto più che Calenda e Renzi hanno già rotto il patto. Il leader di Azione non ci credeva e si è fatto coinvincere solo perché riteneva e ritiene Luciano D’Amico una persona per bene e molto preparata. I renziani per ora tacciono ufficialmente, ma i rumors confermano che anche loro non si fidano più della larga intesa.

Si guarda al futuro in Italia e in Europa. Il primo appuntamento sarà in Basilicata nel mese di aprile. E in queste ore abbiamo avuto un assaggio dei problemi. Poi la prova del fuoco con le europee perché in quel caso non ci sono inciuci che tengano. Nonostante un diffuso pessimismo Elly Schlein continua a combatere la sua battiglia e a difendere le proprie tesi. In futuro – spiega- si potrà vincere solo se la coalizione di centro sinistra non si sfalderà. Altrimenti, si dovranno attendere tempi migliori.

La realtà è che nel Pd non c’è un’anima sola, quella della segretaria. Ne esistono molte e le opinioni divergono notevolmente. Affermano che con i 5Stelle “non si possono stringere accordi” per il semplice fatto che Giuseppe Conte non digerisce il fatto che il Pd sia il primo partito dell’opposizione. Non arretra di un centimetro nemmeno dopo la disfatta abruzzese. Un tre per cento risicato che dovrebbe far riflettere chi guida il partito. Apertamente e ufficialmente Giuseppi non chiude la porta al campo largo, però in cuor suo non ci pensa nemmeno a mettere per sempre da parte l’obiettivo che si è prefisso. Tramontato definitivamente il traguardo di Palazzo Chigi, vuole almeno essere il primo interlocutore della sinistra. Per questo l’asse Pd 5Stelle non avanza e fa allontanare gli altri schieramenti che in Abruzzo avevano tentato la scalata sperando in un altro scivolone di Giorgia.

Stando così le cose, quale potrà essere il futuro dell’opposizione? Difficile rispondere anche perché nemmeno per il candidato da presentare a Matera e dintorni si è raggiunto un accordo. Si tergiversa, si prende tempo senza pensare che le elezioni sono dietro l’angolo e non si può continuare a giocare. 

E’ lo stesso giornale vicino ai 5 Stelle che non crede ad un patto avvenire. “Solo se terremo fuori Calenda e Renzi, il dialogo potrà continuare”. Già, ma senza quei due amici separati in casa, anzi divorziati, non ci sono i numeri per battere la destra. Così, si continua a discutere, a presentare richieste che non hanno un denominatore comune. I dem alzano la voce e ricordano i risultati del voto abruzzese con il Pd al venti per cento ed i grillini sotto di 17 punti.  Se in fondo insistono per trovare un accordo (con un campo largo o ristretto) lo si deve  soltanto alla loro buona volontà, perché con quelle cifre il partito della Schlein potrebbe sbattere la porta e chiudere il discorso.

Sembra facile, ma non lo è perché “senza campo” non si vince. Eddy lo sa ed è per questa ragione che insiste nella speranza di trovare un accordo. Altrimenti, avrebbe già mandato a quel paese (eufemismo) Conte seguendo l’iter a cui crede.

Però la segretaria vive tra due fuochi: non sono solo soltanto i 5Stelle a farle mangiare il fegato, è all’interno del Pd che trova altri “nemici” che non vedono l’ora di farla fuori. Avevano sperato in un flop aquilano, teramano e pescarese, ma hanno dovuto alzare bandiera bianca perché le preferenze non sono state poche e il pericolo del 18 per cento è stato accantonato.

E’ chiaro che un simile panorama fa gongolare il governo che dopo la Sardegna aveva temuto che qualcosa fosse tramontata, in primo luogo la luna di miele fra gli italiani e la premier. Però, un ottimismo sfrenato non deve  creare facili illusioni perchè il futuro non sarà una passeggiata. In politica nulla è scontato e gli elettori sono ondivaghi. Un giorno alle stelle e l’altro nella polvere. Lega e 5Stelle docent.

 

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Bruno Tucci