Europa fra Putin e Trump, basta una piazza a metterla in sesto? (nella foto Ansa Giuseppe Conte con Elly Schlein) - Blitz Quotidiano
Finalmente, direbbero i patiti del campo largo. Era ora, insomma, che Elly Schlein e Giuseppe Conte trovassero un accordo: sono contro il riarmo che chiede Ursula von der Leyen: 800 miliardi, mica bruscolini.
Chi li paga e a che cosa serviranno? Le malelingue giurano che questo malloppo la presidente della Ue lo girerà a Zelensky per difendersi dalla strapotenza russa.
Ma queste, al momento, sono soltanto chiacchiere. Dovremo aspettare ancora per vedere come sarà impiegata questa somma da capogiro.
Per adesso, ha avuto il merito di dividere pure la destra, perché la Lega è contraria e Forza Italia no. Si comprende perché Giorgia Meloni allarghi le braccia e dica: “Capite voi con chi debbo lavorare ogni giorno!”.
Però Matteo Salvini non si ferma, è una macchina di idee. Ora sta organizzando una manifestazione (per il piacere della piazza) che ha per titolo. “Pace fiscale e pace in Ucraina”. Originale no? Vorremmo ridere per non piangere.
Siamo seri: noi che di politica dobbiamo mangiarne mattina e sera non ci meravigliamo se di fronte a questo disastroso intrigo internazionale, i Palazzi italiani continuano a confrontarsi su beghe di nessun conto.
I seguaci di Elly Schlein toccano il cielo con le dita perché Giuseppe Conte è per una volta con la segretaria del Pd; i gemelli Fratoianni e Bonelli sono ugualmente strafelici perché cavalcano questa onda.
Ma non sanno forse che il Pd deve difendersi da un altro guaio piuttosto rilevante.
A due deputate europee, Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti, si vuole togliere l’immunità. Per quale ragione? Furono implicate nel Qatargate, uno scandalo che si rivelò un flop: questo però non vuol dire che il Pd non sia giustamente preoccupato.
Entrambe le”colpevoli” si sono autosospese dal gruppo dei Socialisti e democratici di cui fanno parte. Il motivo? Vogliono difendersi da sole senza l’aiuto di nessuno per dimostrare l’assoluta estraneità a quei fatti.
Rimane comunque il vulnus del partito che ha non poco gatte da pelare. Elly cerca di apparire tranquille, ma non lo è affatto perché il suo sogno di unire tutte le opposizioni diventa ogni giorno di più una chimera. Tanto è vero che i sondaggi danno in continuo aumento il “gradimento” dei Fratelli d’Italia che hanno superato con un balzo il trenta per cento delle preferenze.
Pd in panne, dunque, seguito a ruota dai pentastellati che vedono riapparire a Roma il fantasma di Beppe Grillo. Che vuole il fondatore del movimento? Nessuno lo sa ufficialmente, gli incontri che ha avuto nella Capitale sono segretissimi. Il suo obiettivo è quello della vendetta, non ancora digerita, contro l’avvocato del popolo.
È in atto una battaglia politica underground perché la sinistra capisce che se la situazione non cambierà potrà dire addio ad un cambio della guardia. “Rimarremo a Palazzo Chigi per due legislature”, sostengono euforici i seguaci della Meloni.
Il traguardo non è poi così facile come lo dipinge la maggioranza perché l’Europa (e il mondo intero) è in subbuglio ed è difficile fare previsioni, specialmente ottimistiche.
La minoranza si interroga e guarda al futuro che non è così roseo come è stato negli ultimi anni in cui ha potuto governare. Sapete a che cosa si guarda con grande preoccupazione? Al Quirinale, al dopo Mattarella.
Potrebbe esserci anche sul Colle qualcosa che farebbe molto male alla sinistra: un Presidente della Repubblica che guarda di più verso destra. Un guaio serio che potrebbe mettere all’angolo la minoranza per diversi anni ancora. Per il momento, una semivittoria Elly Schlein è i suoi compagni l’hanno ottenuta: il rinvio ormai certo del premierato che avrebbe dato alla premier il passaporto per un futuro che si dipingeva sempre di più di destra. C’è però da non dimenticare che alle Camere riunite il giorno della elezione il pallino sarà in mano a Meloni, Salvini e Taiani.
Quindi? Bisogna trovare un’altra strada che non sia quella di oggi che non ha dato nessun risultato. Giusto, ma quale potrebbe essere la via della svolta se non c’è il minimo accordo nell’opposizione? Non solo, ma pure nel Pd le correnti si dilaniano e il ritorno a Palazzo Chigi è per ora soltanto una chimera.