E quindi, alla fine Forza Italia ha votato contro la Lega, affossando la possibilità di rinnovare il taglio del canone RAI. La vicenda è ormai nota: lo scorso anno il canone fu ridotto di 20 euro, ma quest’anno, nella manovra finanziaria, il taglio non è stato confermato. Ieri, in commissione bilancio, la Lega ha proposto un emendamento per reintrodurlo, ma Forza Italia ha votato contro. Fin qui, la cronaca politica.
Piccola domanda: perché Forza Italia, che in passato aveva promesso battaglia contro il canone RAI e che da sempre dichiara di voler abbassare le tasse, si oppone al taglio? Questioni di famiglia? Chissà.
Il ministro Antonio Tajani, intervistato ieri dal Corriere della Sera, ha spiegato: “Il taglio non lo votiamo”. A proposito dei venti euro di possibile risparmio annuo, ha detto: “Sapete quanti sono? Poco più di un caffè al mese. Per un caffè al mese dovremmo dare alla RAI 400 milioni di euro dei contribuenti. Sono tanti. Con quei soldi è meglio aumentare le pensioni, sbloccare le liste d’attesa della sanità o tagliare l’Irpef”.
Ma, caro ministro Tajani, anche così comunque dovremo dare dei soldi alla Rai. Darli col canone o in un altro modo è la stessa cosa. La questione è proprio un’altra: cercare, magari, di alleggerire le spese del carrozzone statale. E poi anche voi eravate a favore del taglio e, in qualche caso, anche per l’abolizione del canone, non ricorda? Brunetta lanciò anche una petizione per disintegrarlo. E poi, se sono pochi 20 euro, allora aboliamolo. Così il risparmio per le famiglie sarà ancora di più. E invece… E invece ora ci ritroviamo con una sorta di nuova tassa targata Forza Italia.
Magari, si poteva risparmiare qualche euro invece speso per il centro migranti in Albania e destinarlo al taglio. O almeno pensare a una riduzione per le famiglie più povere. O forse no, meglio così. Anzi, aumentiamolo questo canone e organizziamo un bel Festival nel centro in Albania. Magari, per presentarlo, potremmo chiamare, nome a caso, Pino Insegno.