Caos manovra, informazione a rischio. Tagliato il fondo per l’editoria e dura reazione della FIEG:”Così soffocate il pluralismo “. E poi: fermi gli emendamenti della maggioranza, slitta di un altro paio di giorni lo sbarco in Aula la legge di bilancio. Altre misure: dietrofront sulla tassa per le criptovalute, ridotta l’Ires per chi investe .
Non è stato il sabato che ci si attendeva : in Commissione Bilancio nessun passo avanti; si è inceppato l’esame, lunedì 16 si torna al lavoro in un clima di tensioni e polemiche, a Montecitorio mercoledi (probabile ) il testo definitivo.
Resta sulla carta un doppio scenario: mercoledì il governo potrebbe decidere di mettere la fiducia (allungando così ancora i tempi); se lo stallo perdura si fa largo lo spettro dell’ esercizio provvisorio , cioè una modalità di spesa che fa riferimento ai precedenti esercizi finanziari; potrebbe durare quattro mesi. Una iattura: spese minime, creditori in affanno, doloroso taglio alle somme già impegnate. Insomma, un ritorno ad un passato che invece va ripensato e, possibilmente,migliorato.
Queste le quattro misure chiave della manovra. Cambia la web tax, cioè cambia ancora la tassa sulle criptovalute. Nel 2025 resta ferma al 26% poi dal 2026 salirà al 33%. Quanto alle misure per sostenere i consumi arriva il bonus elettrodomestici fino a 200 euro. Le imprese incassano la mini-Ires: l’aliquota sarà’ ridotta di 4 punti per le imprese che accantonano l’80% degli utili. Misura sollecitata da Confindustria. Ma il governo chiede un nuovo contributo alle banche. Auguri.
Novità anche per le famiglie: crescono gli aiuti. L’assegno di inclusione sale da 9.360 euro a 10.140 euro. Altre agevolazioni per sostenere la genitorialita’, le attività sportive e ricreative in periodi extra scolastici. Aumenta la tassa di imbarco per gli aerei; cosa che interessa 6 scali aeroportuali italiani tra i più grandi. In arrivo anche un aumento dei pedaggi autostradali dell’1,8%. Confermata l’equiparazione delle retribuzioni fra ministri parlamentari e quelli non eletti; una misura che ha fatto indispettire l’opposizione che ha detto:” Tassano gli italiani e premiano i politici”.
I sostegni all’informazione restano solo parole. Ha detto Andrea Riffeser Monti, 63 anni, presidente dal 1998 della Federazione Italiana Editori Giornali:” Questo governo si sta dimostrando sordo ad ogni iniziativa a sostegno del pluralismo e della libertà di stampa. Non possiamo non prendere atto della latitanza del governo verso ogni iniziativa concreta a sostegno dell’informazione professionale di qualità.
Tale sconcertante comportamento mette a rischio l’occupazione di centinaia di giornalisti e di migliaia di occupati delle nostre imprese oltre che a compromettere il diritto dei cittadini ad informarsi e ad essere informati. Ma non restiamo silenti”.
E infatti la FIEG ha lanciato un appello a tutta pagina che è uscito domenica 15. Un appello che mette in evidenza come nella legge di bilancio siano stati stanziati un miliardo e 60 milioni di euro a sostegno del cinema e degli spettacoli dal vivo. Di qui l’appello a tutti i parlamentari “affinché votino gli interventi per garantire effettività all’art 21 della Costituzione e al pluralismo dell’informazione. Il Governo ha stanziato 20 milioni per il sostegno delle edicole e delle aziende editoriali colpite da una crisi epocale. Ma 20 milioni sono niente”.
Hanno concluso gli editori:” Si tratta di una elemosina perché niente vuol dire niente. Siamo al paradosso: da un lato la politica fa a gara per rimarcare l’importanza di una stampa libera e plurale, dall’altra tratta le aziende editoriali come una attività di serie B. E’ scandaloso. Tanta indifferenza e’ inaccettabile”.