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Caso Almasri, Piantedosi: “E’ stato espulso perché pericoloso”

Il caso del generale libico Najeem Osema Almasri, ricercato dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra, arrestato a Torino e poi rilasciato e rimpatriato in Libia con un aereo di Stato, ha suscitato forti polemiche. Le opposizioni hanno accusato il governo di aver favorito la fuga di un criminale di guerra, mentre l’esecutivo ha difeso la sua decisione, motivandola con ragioni di sicurezza nazionale.

Le accuse delle opposizioni

Le opposizioni hanno duramente criticato la gestione del caso da parte del governo, sottolineando le contraddizioni e le incongruenze nella vicenda. In particolare, hanno sollevato interrogativi sulla rapidità con cui Almasri è stato rilasciato e rimpatriato, sulla mancata convalida dell’arresto e sull’utilizzo di un aereo di Stato per il trasferimento.

Secondo le opposizioni, il governo avrebbe favorito la fuga di un criminale di guerra, contraddicendo così le dichiarazioni fatte in campagna elettorale sulla lotta al traffico di esseri umani. Elly Schlein, segretaria del PD, ha chiesto le dimissioni del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, mentre Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra ha definito la vicenda “una vergogna di Stato”.

La difesa del governo

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha difeso la decisione di rimpatriare Almasri, motivandola con ragioni di sicurezza nazionale. Secondo il ministro, la presenza del generale libico in Italia rappresentava una minaccia per l’ordine pubblico e per la sicurezza degli italiani. Il governo ha inoltre sottolineato la complessità della vicenda e la necessità di agire con rapidità per evitare rischi.

Piantedosi ha ripercorso le tappe della vicenda e ha spiegato: “Il cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish è stato rilasciato nella serata del 21 gennaio per poi essere rimpatriato a Tripoli, per urgenti ragioni di sicurezza, con mio provvedimento di espulsione, vista la pericolosità del soggetto. Il governo ha dato la disponibilità a rendere un’informativa di maggiore dettaglio sul caso in questione. Sarà quella l’occasione utile per approfondire e riferire su tutti i passaggi della vicenda, ivi compresa la tempistica riguardante la richiesta, l’emissione e l’esecuzione del mandato di cattura internazionale, che è poi maturata al momento della presenza in Italia del cittadino libico”.

Caso Almasri, Piantedosi: “E’ stato espulso perché pericoloso” (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Il ruolo della Corte Penale Internazionale

La vicenda ha sollevato anche interrogativi sul ruolo della Corte Penale Internazionale (CPI). La CPI aveva emesso un mandato di arresto internazionale nei confronti di Almasri, ma l’Italia ha deciso di non eseguirlo, suscitando le critiche della comunità internazionale. Le opposizioni hanno accusato il governo di aver disatteso gli obblighi internazionali, mentre il governo ha difeso la propria decisione, sottolineando la necessità di valutare caso per caso le richieste di estradizione.

Le implicazioni politiche

Il caso Almasri ha avuto un forte impatto sulla scena politica italiana. Le opposizioni hanno sfruttato la vicenda per attaccare il governo, accusandolo di favorire i trafficanti di esseri umani e di mettere a rischio la credibilità internazionale dell’Italia. Il governo, dal canto suo, ha cercato di difendere le proprie decisioni, sottolineando la complessità della situazione e la necessità di garantire la sicurezza nazionale.

 

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Francesca Ripoli