Caso Sala-Abedini al rendiconto. Ora che le acque sono tornate calme, ora che Cecilia e Mohammad sono a casa nel gaudio bipartisan, ora che i tre Stati coinvolti (Italia, Iran e Usa) si sono dichiarati contenti delle modalità del lieto fine, appurato che la giornalista di Roma e l’ingegnere di Teheran sono stati usati come “moneta di scambio” e che gli arresti incrociati in scenari melmosi sono stati risolti in tempi record, due o tre cose vanno chiarite. Con la massima serenità possibile.
Trump ha ora un credito con l’Italia
Inutile nasconderlo. Il tycoon ci ha messo lo zampino. Ha fatto un favore a Giorgia Meloni rinunciando alla richiesta (americana) di trasferire Abedini dal carcere d Milano-Opera ad una prigione statunitense come voleva la giustizia Usa per supposti reati commessi “dall’ingegnere dei droni iraniani”.
Trump ha scavalcato i suoi giudici e ha offerto a Giorgia, su un piatto d’argento, la ghiotta soluzione. La Premier ha fatto un figurone, i sondaggi l’hanno prontamente premiata (fiducia cresciuta di 5 punti, ora è al 39%) e Donald ha ricavato un bel credito con l’Italia. E al momento opportuno passerà all’incasso. Allora che succederà?
Italia modello di diplomazia
L’arte della nostri 007 si è rivelata ancora una volta fondamentale. E’ così dagli anni Settanta, dai tempi della politica dei “Due forni” di andreottiana memoria. O, se volete, “l’equidistanza” attuata da Moro nel conflitto arabo israeliano, il “Lodo” segreto che avrebbe consentito all’Italia di restare terreno di transito del terrorismo filo palestinese ma non teatro di attentati. Ciò ha pagato. E come osserva l’editorialista Gabriele Canè “noi non abbiamo avuto nessun Bataclan”.
Ma la tensione con l’Iran resta alta
L’Italia vigila, muove con discrezione la propria diplomazia, ha sempre tifato per una tregua a Gaza. Viceversa per Trump l’Iran resta uno dei suoi primi punti in agenda. A partire dal rapporto con Israele, proprio in chiave anti iraniana. Il tycoon ha sempre accusato i democratici di essere troppo morbidi con Teheran. E questo ci proietta verso scenari al momento indecifrabili. Vedremo. Trump, dopo l’insediamento alla Casa Bianca, ha garantito: “Incontrerò Putin il prima possibile. Farò di tutto per fermare il conflitto in Ucraina”. Speriamo.