La procura di Parigi ha richiesto cinque anni di carcere e altrettanti di ineleggibilità per Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra Rassemblement National (RN). Le Pen è accusata di aver utilizzato fondi del Parlamento europeo per assumere assistenti di partito che, secondo le indagini, lavoravano in Francia su incarichi del RN e non su dossier dell’Unione Europea, come previsto per i fondi assegnati agli assistenti parlamentari europei. Oltre a Le Pen, sono sotto indagine anche altri 24 membri del partito, tra cui dirigenti di rilievo, per i quali è stata richiesta l’ineleggibilità.
L’accusa sostiene che tra il 2004 e il 2016 il partito, allora noto come Front National, avrebbe ideato un “sistema organizzato” per appropriarsi di fondi pubblici del Parlamento europeo. Tale sistema avrebbe consentito al partito di risparmiare risorse grazie all’assunzione di assistenti parlamentari “fittizi”, riducendo i costi in un periodo in cui il RN era gravato da debiti consistenti.
Se la sentenza dovesse confermare la condanna, Le Pen potrebbe essere esclusa dalla corsa per le elezioni presidenziali del 2027, interrompendo le sue ambizioni di candidatura all’Eliseo. La sentenza è prevista per l’inizio del 2025, e la procura ha chiesto che il verdetto sia “esecutivo immediatamente”, bloccando la sua eleggibilità anche in caso di ricorso. Marine Le Pen ha definito le accuse “violente” e “un oltraggio”, dichiarando che i magistrati starebbero cercando di “distruggere il partito” e impedire ai cittadini di scegliere liberamente.
Anche Matteo Salvini non ha perso l’occasione per lanciare una bordata alla magistratura. Secondo il vicepremier, i magistrati, “anche in Francia, provano in tutti in modi a fermare la volontà popolare e il democratico vento del cambiamento”. “Sostegno all’amica e alleata Marine”, ha scritto su X.