La politica, meglio il Pd, entra a gamba tesa anche sul concertone di Capodanno che dovrebbe svolgersi a Roma nella notte più cattolica dell’anno. Usiamo il condizionale perchè c’è ancora chi nutre dubbi sulla manifestazione canora che dovrebbe allietare gli animi nella festa più importante del 2024 ormai al tramonto.
Ma chi aveva avuto l’idea di tanta felicità, non ha pensato al fatto che la politica vuole mettere il becco dappertutto. Eccolo, allora, il nuovo scontro fra le varie anime dei dem. In principio una parte consistente di via del Nazareno propone che il divo di quella serata dovrebbe essere Tony Effe, un rapper il cui tormentone ha fatto ballare durante l’estate persino Elly Schlein.
Che cosa si poteva volere di più se anche la segretaria era stata travolta da quelle note? Ok, scelta fatta, ma chi aveva voluto lanciare una simile idea non aveva fatto i conti con un partito che di correnti ne ha a josa.
E’ stata l’ala delle femministe più accese a gridare ed a puntare il dito contro quel motivo. “Non solo è divisivo, ma è pure sessista”, spiegano a voce alta. Che ha di tanto “marcio” la canzone di Tony Effe? “Il testo è violento, sessista, misogino”, rispondono in coro quanti si oppongono a quella decisione.
Così, il sindaco Roberto Gualtieri, che di quel partito è un esponente di spicco, rimane interdetto, teme le critiche e quanti lo vedono di malocchio nel Pd. Senza sapere né leggere, né scrivere, fa marcia indietro, dà ragione agli oppositori, anzi alle oppositrici, e cancella il giovanotto dal concertone di Natale.
Risolto il problema, si va avanti con l’organizzazione. Quando mai! Nessuno ha pensato che il buon “effe come Firenze”, potesse ingoiare un’offesa del genere ed ecco venirgli incontro due suoi colleghi, famosi quasi quanto lui: Mahamood e Sara Mattei. Il primo è un paladino della sinistra e usa parole di fuoco contro chi ha voluto sparare alle spalle al suo amico. Ragione per cui, né lui, né la Mattei canteranno al concerto. La protesta si allarga: anche Emma e Giorgia si schierano con Tony e la manifestazione rischia di saltare. No, si farà, ma in tono minore senza “sesso e samba”, il ritornello di chi è stato cacciato dall’appuntamento di Natale.
Una brutta figura? Chi potrebbe dire il contrario? Si sarebbe potuto scegliere un altro big della canzone, ma, secondo le persone “impegnate” del Pd, sarebbe stato assai banale. Meglio andare su qualcuno che potesse sfondare e pubblicizzare al massimo l’evento. Alla fine si è fatta la figura di quei pifferai svizzeri che andarono per suonare e tornarono suonati. Nel mirino della critica è finito il sindaco Gualtieri che non ha pochi oppositori a Roma.
Nella Capitale, molte migliaia di persone lo considerano inadatto a sedere sulla poltrona più prestigiosa del Campidoglio. Rimpiangono Virginia Raggi, il che è tutto dire. “Ora dovrà pure rimborsare i danni a Tony licenziato in tronco senza nessuna giusta causa”, sostengono i suoi avversari. In breve, a farla franca, forse il primo cittadino dei romani non ha tutti i torti, si è trovato invischiato in una polemica che lo ha trovato impreparato. Ma per un politico di rango, qual è lui, non è uno scivolone di poco conto.