Conte al bivio fra alleanza col Pd (e sudditanza a Schlein) e no alla Ue (e irrilevanza): tempi stretti

Giuseppe Conte, l’avvocato del popolo (di quale popolo?) si trova dinanzi ad un bivio:  scegliere di stare con il Pd di Elly Schlein o rimanere fra le quatro mura domestiche?

Non è un dubbio di poco conto perchè nel primo caso corre il pericolo di scomparire o di fare al massimo il vassallo dei dem. Nel secondo, abbarbicato ai 5Stelle, sarà  obbligato ad essere obtorto collo il leader di un partitino che man mano andrebbe scomparendo.

Non è una iperbole questa,  è la realtà. Elly  Schlein è una donna determinata, lo ha  dimostrato fin dai primi giorni di non accettare compromessi e di essere quindi una subalterna. Già in campagna elettorale, prima delle primarie, rispose per le rime a Michele Emiliano, presidente della Puglia, il quale si permise di promuovere una simile ipotesi. “Visto che le  posizioni di Stefano Bonaccini e di Elly non sono poi così lontane, vediamo di trovare un accordo: con Stefano premier e Elly il suo vice”.

Piccata, la nuova segretaria del Pd, disse senza peli sulla lingua: “Io non faccio da secondo a nessuno”.

Ecco il suo biglietto da visita. Figurarsi se lei oggi potrebbe accettare di unirsi ai grillini e instaurare un doppio ruolo di responsabile con Giuseppe Conte. Mai.

Eppure le foto e le immagini di questi ultimi giorni ci mostrano abbracci, sorrisi, e tenerezze in tv fra i due. Aria fritta perché se poi si vanno a leggere i sondaggi più recenti si potrà constatare un ottimo rialzo del Pd ed un conseguente calo dei 5Stelle. Che cosa significa questo? Elly e Giuseppe lo sanno perfettamente: vuol dire che il Pd è aumentato di grado avendo fatto tornare all’ovile quei “piddini” delusi e sconsolati per le decisioni e l’abbrivio che aveva preso il loro vecchio partito.

Oggi la musica è totalmente cambiata. Un esempio emblematico viene dall’ultimo congresso della Cgil svoltosi a Rimini. Maurizio Landini, dopo essere stato un buon padrone di casa accogliendo  con signorilità Giorgia Meloni da lui stesso invitata al meeting di Rimini, il giorno dopo si è scatenato contro il governo riuscendo a ottenere applausi a scena aperta dalle migliaia di militanti.

Stando così le cose, Conte è alle prese con i suoi crucci non sapendo più quale strada prendere. Oddio, è pur vero che Giuseppi (come lo chiamò sbagliando  l’ex presidente degli Stati Uniti) è un uomo che sa navigare, un eccellente mediatore che sa capire dove spira il vento e quale sarà la strada che porta al successo. Non dimentichiamolo che il leader grillino si è seduto per ben due volte sulla poltrona di Palazzo Chigi, guidando due governi che nulla avevano a che fare tra loro.

Però, capisce che il momento è complicato tanto che Crozza, ironicamente gli fa dire: “Da quando c’è la Schein non mi si vede più!” Ma lei, la segretaria, conosce l’uomo? Certamentee, non è che ha  dormito negli ultimi anni pur non essendo iscritta al Pd (circostanza a cui ha ovviato poche settimane prima delle primarie). Allora, non crediamo si faccia “persuadere” dai salamelecchi di Conte.

Per cui, fin da subito, ha sferrato la sua battaglia riandando a pescare quegli uomini e quelle donne che erano fuggiti da un partito che non aveva più un buon feeling con  il territorio. Ecco il dramma che sta vivendo il leader dei grillini. Sente la terra franare sotto i piedi ed è indeciso su quale strada scegliere.

L’ultima occasione gli è offerta dalla guerra che si sta combattendo in Ucraina. Tempo fa, l’avvocato del popolo non era stato contrario all’invio delle armi a Zelensky. Adesso ha cambiato parere, dice che è ora di smetterla con questo aiuto perché in tal modo non si troverà mai la via che conduce alla pace.

Ahi, hai! Brutta storia questa che lo allontana da un accordo sia anche parziale con il Pd. Elly Schlein, pur essendo titubante all’inizio, ha dovuto cedere perché dentro il partito non c’ è una corrispondenza di amorosi sensi. Anzi, al contrario le numerose anime o correnti, non hanno smesso di litigare. Per cui una buona parte dei vertici di via del Nazareno ha “costretto” la segretaria a dire sì ai due miliardi di euro che l’Unione Europea vuol mandare subito a Kiev.

Si potrà comprendere a questo punto quanto sia difficile la scelta che Conte deve fare. Aderire alla Ue vorrebbe significare sbugiardare il movimento che all’unanimità è contro il riarmo. Continuare a dire no all’Europa potrebbe essere un “suicidio” da cui i 5Stelle non saprebbero più come uscire.

Quindi, nonostante abbia dimostrato più volte la sua diplomazia, adesso Conte non ha la possibilità di sfogliare la margherita. Abbandonare la politica per tornare all’insegnamento universitario a Firenze? Giammai. Quando si mangiano pernici e caviale tutti i giorni è complicato fare un passo indietro per un buon piatto di spaghetti e nulla più.

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Bruno Tucci