Conte ha licenziato Grillo. Fine di un’epoca. È la rivoluzione (annunciata) del M5S. I Cinquestelle hanno liquidato il garante nel corso della Assemblea Costituente a Roma. Due attivisti su tre hanno provveduto al licenziamento del fondatore. Voto tra gli applausi, abolito il limite dei due mandati elettivi, storico totem di un Movimento nato nel 2009 a suon di “Vaffa”. L’ex premier (a Palazzo Chigi dal 2018 al 2021) ha dunque cancellato BeppeMao e si è preso in blocco il M5S. Scontata l’ira del comico genovese che comunque si è limitato ad un commento via Whatsapp (“Da francescani a gesuiti”) ricordando il legame tra il poverello di Assisi e le scelte di rigore adottate dal M5S alle sue origini. Conte ha prontamente replicato: ”Non mi sarei mai aspettato che entrasse a gamba tesa e che ci dicesse di cosa potessimo discutere e di cosa no”.
E adesso? Il Fatto di Travaglio titola: ”I 5 Stelle ucccidono il padre per diventare maggiorenni“. Sulla sponda opposta impera il sarcasmo: ”Salta Grillo, resta Conte. E i Cinquestele? Non si sa”. Coniato un nuovo termine: Grillicidio. Chiosa amaramente Federico Pizzarotti ex sindaco di Parma: ”C’è sempre uno più puro che ti epura”. Detto questo si aprono vari e indecifrabili (al momento) interrogativi.
Conte si è fatto subito sotto contro il Pd: ”Essere progressisti non significa disquisire nei salotti buoni ma proteggere i diritti e promuovere altri diritti”. Per cui inevitabile il passaggio conseguente: ”Progressisti indipendenti”. Cioè: ”Essere progressisti significa sporcarsi le mani, combattere l’insicurezza in cui si sentono precipitate le persone e offrire rimedi per le loro paure senza alimentarle“. E giù picconate: ”Vittoria di Kiev? Follia. Pace a Putin, Netanyau in manette perché è un criminale”. Una visione che annuncia battaglie.
La frase che ha più colpito il Pd, pronunciata da Conte, è probabilmente questa: ”Il Cremlino va capito, guerra colpa della Nato“. Inevitabile l’imbarazzo di Elly Schlein che Conte ha più volte chiamato pur senza mai nominarla. I maligni dicono che sta realizzando un Pd di serie B. L’obiettivo di Conte è segnato: differenziarsi dai dem radicalizzandosi a sinistra. A partire dalla politica estera.
L’ex sindaca di Torino è contraria alle alleanze dicendo che i 5 Stelle “non vogliono essere il cespuglio del Pd“. Aggiunge: ”Un futuro del M5S senza Pd? Il tema è la postura dell’alleanza. Io ho criticato anche pubblicamente e lo ribadisco, l’alleanza in Liguria l’ho trovata debole, perché la candidatura di Orlando l’ho trovata fragile. Ma il punto non è il Pd, il campo giusto, il campo largo, il camposanto. Il punto siamo noi. Torniamo su noi”.
Chiaro il riferimento. I 5 Stelle iniziano un percorso identitario confidando nell’ aiuto di tutta la comunità. Insomma non escludono gli accordi con chicchessia ma vogliono ragionarci. Nonostante i flop elettorali, Conte ha vinto il braccio di ferro interno e crede nella risurrezione del Movimento. L’avvocato di Volturara Appula ha cominciato una svolta a sinistra. Dove è V e finirà?
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