Nelle prime ore di oggi, lunedì 27 gennaio, i negoziatori di Qatar, Egitto e Stati Uniti sono riusciti a trovare un accordo che sta permettendo ai palestinesi di tornare in quel che resta delle loro case nel nord della Striscia di Gaza.
L’accordo prevede che, agli ostaggi che era previsto fossero liberati nel prossimo fine settimana, se ne aggiungeranno altri tre. Tra questi c’è anche Abdel Yehud, la donna che doveva essere consegnata sabato scorso insieme alle quattro soldatesse. Giovedì ci sarà il suo rilascio. E in cambio Israele ha consentito ai palestinesi di tornare nel nord della Striscia.
Le foto diffuse subito dopo la notizia dell’accordo, mostrano decine di migliaia di palestinesi che si sono messi in marcia verso il nord di Gaza attraverso il corridoio Netzarim e attraverso la strada del mare Rashid. Dalle 7 ora locale, si potevano muovere solo a piedi. I veicoli si sono potuti spostare solo dopo le 9 e a seguito di un’ispezione.
Un palestinese ha raccontato a Al Jazeera la gioia del ritorno a casa: “Inizierò a ricostruire la mia casa, mattone dopo mattone, muro dopo muro. Inizieremo rimuovendo i detriti e ricostruiremo tutto da capo”.
“Immagini umilianti” per la destra israeliana che parla di “resa totale”
Le immagini che emergono da Gaza di decine di migliaia di palestinesi che tornano nella parte settentrionale della Striscia attraverso il corridoio Netzarim sono “un’altra parte umiliante” dell'”incosciente” accordo di cessate il fuoco-rilascio degli ostaggi, afferma il leader israeliano di ultradestra Itamar Ben Gvir, riferisce Times of Israel. “Non è questa la ‘vittoria totale’, è questa la resa totale”, scrive su X.
Il politico di estrema destra, che si è dimesso dal governo in opposizione all’accordo sugli ostaggi, afferma che “gli eroici soldati dell’Idf non hanno combattuto e dato la vita nella Striscia” solo perché i palestinesi tornassero a nord. “Dobbiamo tornare in guerra e distruggere!” dichiara.