
Cosa sono i fondi pubblici europei e perché Marine Le Pen è stata condannata (foto Ansa) - Blitz Quotidiano
La leader dell’estrema destra francese, Marine Le Pen, è stata condannata a quattro anni di carcere, di cui due di reclusione, e cinque anni di ineleggibilità con effetto immediato in un’inchiesta sull’uso improprio di fondi del Parlamento europeo. A emettere la sentenza è stato il Tribunale di Parigi. Vediamo nello specifico le ragioni per cui è stata condannata l’ex presidente del Rassemblement National e di quali fondi europei usati impropriamente si tratta.
Come dice la sentenza di primo grado, Marine Le Pen ora non potrà presentarsi alle Presidenziali del 2027 e dovrà anche pagare una multa di 100mila euro visto che è stata riconosciuta colpevole insieme ad altri 23 esponenti del partito. Tra il 2004 e il 2016, la formazione di estrema destra francese ha messo in piedi un “sistema organizzato” di appropriazione indebita di fondi pubblici a danno del Parlamento europeo.
Secondo i giudici infatti il Rassemblement National ha assunto decine di assistenti parlamentari europei fittizi, persone che in realtà non lavoravano per il Parlamento europeo, ma per il partito in Francia. Il partito avrebbe quindi pagato i suoi funzionari con i fondi destinati all’Aula di Bruxelles per un totale di 2,9 milioni di euro.

Come vengono destinati i fondi europei ai gruppi politici
Vediamo come vengono finanziati i partiti politici da Bruxelles. Non si tratta dei fondi destinati ai gruppi politici per finanziare campagne di informazione pubblica sulle loro attività al Parlamento europeo ma bensì i soldi che vengono stanziati per le spese legate ai singoli partiti e che servono alla loro sopravvivenza e rappresentanza.
Fino all’esercizio 2017, la Ue finanziava sotto forma di sovvenzioni di funzionamento. A partire dal 2018 il finanziamento è erogato sotto forma di contributi con soldi che possono coprire fino al 90 per cento delle spese rimborsabili di un partito che sono le seguenti:
- spese per riunioni e rappresentanza;
- spese per pubblicazioni;
- spese amministrative, spese per il personale e spese di viaggio;
- spese relative alle campagne per le elezioni europee;
- spese per campagne referendarie ed elettorali (salvo che per le elezioni europee);
- finanziamento diretto o indiretto di partiti nazionali, candidati alle elezioni;
- oneri per il servizio del debito.
Per beneficiare di un contributo del Parlamento, un partito deve soddisfare determinate condizioni tra cui quella di non essere soggetto a sanzioni, avere la sede in uno Stato membro, appartenere a un gruppo i cui gruppo politici affiliati siano rappresentati in almeno un quarto degli Stati membri e non avere al suo interno gruppi affiliati che appartengano a un altro schieramento politico europeo.
Questi partiti devono rispettare nel loro programma e nelle loro attività i valori su cui è fondata l’Unione, ossia il rispetto della dignità umana, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, compresi quelli delle persone appartenenti a minoranze.
Infine, il partito o i suoi membri devono aver partecipato alle elezioni del Parlamento europeo o aver espresso pubblicamente l’intenzione di partecipare alle prossime elezioni. Per ottenere i finanziamenti dall’Unione, il movimento politico non deve perseguire scopi di lucro.