Cos'è e come funziona la legge sul fine vita approvata in Toscana (foto Ansa) - Blitz Quotidiano
La Toscana è la prima regione italiana ad aver approvato una legge sul fine vita. Il Consiglio regionale ha infatti approvato una norma con carattere procedimentale che detta tempi e modi certi per l’attuazione del suicidio medicalmente assistito sulla base di quanto stabilito dalle sentenze della Corte costituzionale.
Il testo prescrive che la procedura per la verifica dei requisiti del malato da parte della commissione multidisciplinare permanente si debba concludere entro 20 giorni dal ricevimento dell’istanza. In caso di esito positivo, si procede all’approvazione o alla definizione delle modalità di attuazione del suicidio medicalmente assistito entro 10 giorni. Entro altri 7 giorni, l’azienda sanitaria assicura il supporto tecnico, farmacologico e sanitario per l’assunzione del farmaco. La norma stabilisce che tali prestazioni siano gratuite e destina 10.000 euro all’anno per tre anni.
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la legge di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni. Si tratta di un testo presentato in tutte le Regioni, ma mai approvato fino ad ora. La legge “Liberi subito” era stata depositata lo scorso marzo dall’Associazione Coscioni con oltre 10mila firme. Il Consiglio della Toscana l’ha modificata, approvando diversi emendamenti che l’hanno resa attuabile dal punto di vista procedimentale.
La legge è passata grazie al voto favorevole del Partito Democratico (con l’eccezione della consigliera Lucia De Robertis, che non ha espresso voto), di Italia Viva, del Movimento 5 Stelle e del gruppo Misto. Abbracci e lacrime tra i rappresentanti dell’Associazione Coscioni, presenti in aula al momento del voto finale.
Per i Pro Vita, si tratta di “una legge barbara e disumana”. L’associazione invita il governo a ricorrere. Molti parlamentari di Fratelli d’Italia bollano la legge come incostituzionale, mentre il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, la definisce “una grave forzatura”.
La questione del fine vita è stata affrontata in 15 regioni e, in alcune, si è bloccata prima dell’iter in aula. In Veneto, una legge analoga è stata bocciata nel gennaio del 2024 grazie al voto contrario di una consigliera del Partito Democratico. Ora Zaia promette un regolamento che stabilisca procedure e tempi certi per chi ne faccia richiesta.