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Così cambia il finanziamento pubblico ai partiti, che sale da 25 a 42 milioni l’anno

Si prospetta una riforma significativa del finanziamento pubblico ai partiti politici. Un emendamento recentemente riformulato dal governo prevede modifiche importanti al sistema attuale, che riguardano sia la percentuale di Irpef destinata ai partiti, sia la gestione della quota inoptata, ovvero quella che i contribuenti non scelgono di destinare.

Riduzione della percentuale di finanziamento

La proposta prevede una riduzione della percentuale di Irpef destinata ai partiti, che scende dal 2 per mille allo 0,2 per mille. Questo significa una diminuzione del contributo, ma con un aspetto innovativo: la quota inoptata, che fino ad oggi rimaneva allo Stato, verrà redistribuita ai partiti. In altre parole, se i contribuenti non esprimono una scelta, la destinazione della parte non scelta verrà suddivisa tra i partiti in proporzione alle preferenze espresse da altri contribuenti. Questa modifica si rifà al meccanismo già utilizzato per l’8 per mille, che consente una distribuzione simile dei fondi in caso di mancata scelta.

Aumento del finanziamento complessivo

L’emendamento prevede anche un incremento del finanziamento complessivo destinato ai partiti. L’importo, che attualmente è di 25,1 milioni di euro, salirà a 42,3 milioni. Questo quasi raddoppio delle risorse disponibili per i partiti è una delle novità più rilevanti della proposta, e rappresenta un impegno maggiore da parte dello Stato per sostenere le forze politiche attraverso il sistema fiscale.

giorgia meloni
Così cambia il finanziamento pubblico ai partiti, che sale da 25 a 42 milioni l’anno (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Gestione e modalità di riparto

Per la gestione di questi fondi, un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri stabilirà entro novanta giorni dalla promulgazione del decreto fisco i criteri e le modalità per il riparto delle somme. Il decreto, che sarà proposto dal Ministro per le riforme istituzionali, in collaborazione con il Ministero dell’Economia, dovrà garantire efficienza e tempestività nella distribuzione dei fondi. Inoltre, sarà fondamentale tutelare la riservatezza delle scelte dei contribuenti e semplificare gli adempimenti amministrativi.

Proposta originaria e futuro voto

Gli emendamenti originari proposti dal PD e da Avs suggerivano un incremento delle risorse da destinare ai partiti, ma di 3 milioni per il 2024, mantenendo il limite attuale di 25,1 milioni. Ora, con la riformulazione del governo, la somma complessiva è molto più elevata, e il testo dovrà passare all’approvazione del Senato prima di essere messo al voto definitivo.

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