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Crisi tedesca: al via il governo di minoranza socialisti-verdi, Scholz chiederà la fiducia solo a gennaio

Ha preso ufficialmente il via il governo di minoranza tedesco formato da socialdemocratici e verdi. Il presidente della Repubblica, Frank Walter Steinmeier, ha ufficializzato l’addio dei vecchi ministri liberali Christian Lindner, Marco Buschmann e Bettina Stark-Watzinger.

Berlino, al via il governo di minoranza socialisti-verdi

Al loro posto, hanno prestato giuramento il consigliere del cancelliere Olaf Scholz, Joerg Kukies, che sarà il nuovo ministro delle Finanze, il ministro Volker Wissing, già titolare dei Trasporti e ora incaricato di guidare anche la Giustizia, e l’attuale responsabile dell’Agricoltura Cem Oezdemir che assumerà le redini anche dell’Istruzione.

La cerimonia di passaggio delle consegne a Palazzo Bellevue si è svolta in un clima carico di tensione. Scholz e Lindner, protagonisti dello scontro che ha portato all’apertura della crisi di governo e alla fine della coalizione semaforo, si sono ignorati restando a debita distanza anche in occasione della fotografia di rito finale.

scholz governo minoranza fiducia (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Era durato mezz’ora il faccia a faccia a Berlino tra il cancelliere Scholz e il leader dell’opposizione della Cdu, Friedrich Merz, all’indomani dell’apertura della crisi di governo. Al centro del colloquio, secondo quanto riportano i media tedeschi, i tempi del voto di fiducia, con la pressione dell’intera Unione cristianodemocratica affinché il cancelliere si sottoponga all’iter già la prossima settimana senza attendere, come annunciato nella serata di ieri, la metà di gennaio.

Quando la fiducia?

La decisione di chiedere la fiducia al Bundestag solo a metà gennaio “è di Scholz” e il cancelliere “ha tutto il diritto di restare in carica”, ha dichiarato il ministro federale dell’Economia, il verde Robert Habeck, assicurando l’impegno del suo partito a restare nel governo di minoranza dopo la fine della coalizione semaforo con l’abbandono dei liberali.

La rottura era “evitabile”, ha affermato Habeck, ritenendo che “se si fosse voluto raggiungere un accordo” sulla disputa legata al bilancio, “si sarebbe potuto fare”, anche considerando che “c’erano diverse opzioni” sul tavolo, “compresa un’indicazione del mio ministero su come procedere senza ulteriore debito”.

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Amedeo Vinciguerra