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Dalla Puglia al Piemonte, la crisi di Schlein si allarga, le fa eco Salvini

Che cos’altro deve succedere in Puglia? Non si fa in tempo a pubblicare una notizia che subito ne arriva una seconda che annulla la prima. Arresti, avvisi di garanzia, politici di primo piano finiti ai  domiciliari, un presidente della regione che non sa più come raccapezzarsi. Crolla il sistema Emiliano, si dice da più parti.

Giuseppe Conte gongola perché ritiene di aver fatto centro. Come? Colpendo al cuore il Pd demolito da una serie di scandali da cui non sarà facile uscire. “Dobbiamo estirpare la cattiva politica”, annuncia alzando la voce l’ex presidente del Consiglio. Elly è all’angolo, ma si difende per ora soltanto con vecchi slogan che non incantano più nessuno: “Serve un netto cambio di fase”, risponde. Che vuol dire? In pratica quali sono le mosse in grado di tamponara la falla?

Nell’occhio del ciclone finisce pure Michele Emiliano, il governatore che guida una giunta ormai morta e seppellita. I 5Stelle con cui si gloriava di aver stretto un patto irreversibile, sono fuori, Conte ha ordinato il rompete le righe, la crisi è già in atto. Hai voglia a dire che “faremo ciò che ci chiede la Schlein”, aggiunge l’ex magistrato. Ormai le parole volano via insieme con il vento ed è difficile capire quando lo tsunami finirà e con quali perdite.

IN PUGLIA EMERGE IL DISEGNO DI CONTE

Come ultima spiaggia il Pd ricorre al codice etico di memoria berlingueriana, ma sono in pochi a credere che alle affermazioni di comodo seguiranno i fatti. L’unico ad apparire angustiato è proprio Giuseppe Conte che in realtà gongola per aver messo il dito nella piaga. Probabilmente è il disegno che stava inseguendo da tempo per dimostrare che l’unico vero interlocutore della sinistra è lui. E solo con lui la maggioranza dovrà trattare da oggi in poi.

Ma non è soltanto questo il desiderio che l’avvocato del popolo ha in animo. Il sogno che non ha mai abbandonato è quello di ritornare a Palazzo Chigi da cui fu malamente cacciato. Non è un traguardo di poco conto e sarà molto difficile che questa smania lo premierà. Però, non si può nascondere che l’ago della bilancia sia attualmente in suo favore. 

PUGLIA, PIEMONTE, POVERA SCHLEIN

La Schlein è più all’angolo che mai. Ormai spararle addosso è uno sport che sta diventando sempre più popolare. La crisi della Puglia e poi del Piemonte è solo uno dei tanti problemi che la segretaria deve affrontare. Ora non è più tempo di pensare alla moda e a come vestirsi per essere considerata “a la page”. I grattacapi non li ha soltanto dall’esterno, come ad esempio quelli del campo largo, che ormai si è ristretto al massimo (l’unico ad esservi iscritto è il Pd). Ma anche e forse soprattutto dall’interno perché sono in molti a credere che il suo tempo sia finito e che è ora di cambiare cavallo. A parole, e ufficialmente, i suoi compagni di partito la difendono per poi sotterraneamente cercare in tutti i modi il pretesto di farla fuori. 

L’occasione buona, forse essenziale, potrebbe essere quella delle elezioni europee: se a giugno il Pd dovesse scendere sotto la soglia del venti per cento, Elly dovrà dire addio alla poltrona su cui siede dal tempo delle primarie. E’ strana la politica: lo sbarramento di un certo indice di gradimento non fa dormire sonni tranquilli alla Shclein. E’ in buona compagnia: niente meno che con Matteo Salvini, il leader della Lega, partito che festeggia i suoi quarant’anni di vita. Se a Bruxelles, il  Carroccio dovesse essere superato dai voti di Forza Italia con tutta probalità Matteo dovrà farsi da parte e magari andare a bere un aperitivo proprio con quella avversaria politica con cui mai avrebbe pensato di andare insieme al bar.    

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