La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha dichiarato con fermezza che non lascerà il governo anche in caso di rinvio a giudizio previsto per gennaio. Alla domanda del Fatto Quotidiano se intenda dimettersi, ha risposto senza esitazione: “Resto? Certo”. Ha aggiunto: “Assolutamente, io sono stabile al governo”. La ministra ha rilasciato queste dichiarazioni dopo il suo intervento alla manifestazione politica Atreju.
Vestita interamente di verde, tra selfie e battute con i militanti, ha mostrato autoironia: “Mi hanno detto che, vestita così, sembro un albero di Natale. Un riferimento che mi piace. Perché ho le radici ben stabili dentro al governo come ministra del Turismo. E si ricordi un’altra cosa: gli abeti hanno radici profonde che arrivano in fondo”.
La metafora dell’abete
Con la metafora dell’abete, la ministra ribadisce la sua volontà di restare salda nel governo, senza la necessità di cercare un successore. Anche in caso di rinvio a giudizio, conferma: “Se mai dovesse succedere, assolutamente”. Secondo il quotidiano, questa fermezza si inserisce in una strategia ben precisa, già comunicata alla premier Giorgia Meloni. Il reato contestato non è ritenuto grave per chi opera nel mondo imprenditoriale e, secondo la ministra, non è facilmente dimostrabile. Le probabilità di condanna sarebbero quindi basse.
La questione giudiziaria
Riguardo alla presunta truffa ai danni dell’Inps per 126 mila euro di cassa integrazione Covid destinati a 13 dipendenti che avrebbero continuato a lavorare, la competenza del processo è attualmente a Roma. Se la Cassazione dovesse decidere per uno spostamento a gennaio, il giudizio verrebbe rimandato almeno fino alla fine del 2025. Perciò, secondo la ministra, non c’è alcuna urgenza di dimissioni.
Alla fine della giornata ad Atreju, Santanchè ha chiuso il suo intervento con leggerezza, cantando alla radio la celebre canzone di Rosanna Fratello: “Sono una donna, non sono una santa”.