De Luca in trincea per un altro giro in Regione Campania di cui è governatore da due mandati, dal 2015. Vuole il terzo mandato ma Governo e il suo Pd sono contrari. Lo “Sceriffo” comunque non molla. Tira dritto. Strepita. Fa clamore. Rilascia dichiarazioni al fulmicotone. Venerdì, nella solita conferenza stampa-show, ha detto tra ii serio e il faceto “il Governo ha paura di me”. Poi ha ironizzato: ”Sono orgoglioso dell’attenzione che mi riserva la premier Meloni”. S è definito “un Cristiano assurdo” citando papa Celestino V raccontato da Ignazio Silone ne “L’avventura di un povero cristano”, che è stata l’ultima opera dello scrittore e politico abruzzese scritta nel 1968 quando De Luca frequentava il “Tasso” a Salerno. La Salerno di cui poi sarebbe stato sindaco per più di 17 anni (quattro mandati). Fa fatica a mollare la poltrona.
Se la Lega fa muro per salvare il Luca Zaia, governatore del Veneto dal 2010, che punta ad un altro successo quinquennio, il Pd va nella direzione opposta. Chiude la porta a tutti, a De Luca come a Zaia. Secondo i parlamentari più vicini a Matteo Salvini dicono che “il ragionamento del no al terzo mandato è sbagliato“; e dicono che per guidare una regione contano più di tutto l’esperienza e la maturità di una classe dirigente. Anche il senatore Ciriani (FdI) boccia il terzo mandato dicendo che la questione si può affrontare in Parlamento “con una proposta di legge, magari da parte della Lega”. Invece dopo un bliz tentato dai leghisti mesi fa per inserirlo in un decreto stoppato dal parlamento, secondo Fratelli d’Italia “ora è difficile tornare indietro, sarebbe poco serio”. Deciso Luca Ciriani che in qualità di ministro per i rapporti con il parlamento, precisa: ”Il terzo mandato in Campania? Non è possibile avere una Italia arlecchino”. Quanto al ricorso alla Corte Costituzionale presentato dal governo contro la legge regionale campana che recepisce (tardivamente) il limite dei due mandati per il presidente della regione e che consentirebbe all’attuale governatore De Luca di ricandidarsi, ci sono motivi “politici ma anche tecnici” come ha spiegato il senatore meloniano. Ergo, De Luca è destinato a prendere altri schiaffi. Forse.
Vincenzo De Luca insiste e rivolgendosi al governo dice che Roma ha paura degli elettori. E aggiunge: ”Il Governo ha paura di me. Vanno rispettati gli elettori”. E poi De Luca assicura che l’impugnativa delll’edecutivo davanti alla Consulta non cambia di una virgola la sua posizione e che è pronto a dare battaglia con una campagna tra la gente e contro quella che definisce “l’insopportabile ipocrisia della politica politicante. Ovvero di quel “circo equestre” composto da parlamentari, ministri, sottosegretari e finanche inquilini di palazzo Chigi e Quirinale per il quale non esiste alcun limite di mandato. Dicono che il presidente della Regione può rappresentare un potere monocratico. Idiozia, l’unico potere monocratico è quello del Papa“.
Anche la segreteria dem non molla. Difende il principio secondo cui una democrazia sana non può tollerare che il potere resti troppo a lungo nelle mani della stessa persona. Altrimenti diventa autocrazia, un potere assoluto. Non va bene.
Igor Taruffi, bolognese, 44 anni, fedelissimo di Elly che lo ha inserito nella segreteria nazionale, ha ribadito sabato quanto già detto dal senatore bergamasco Antonio Misiani: ”Non ci possono essere terzi mandati per chi ricopre incarichi monocratici come presidente di regione o sindaci di città italiane. Riteniamo che anche in Campania sia normale e fisiologico trovare un ricambio e andare oltre l’attuale presidente della regione Campania. Ci auguriamo che tutte le personalità avvertano la necessità di fare una discussione insieme senza strappi”. Campa cavallo.