Nemmeno il tempo di ammirare i regali che ci ha portato la Befana: prima ancora che finissero le feste natalizie l’Italia è dimezzata da uno scandalo. Il plurimiliardario Elon Musk firma un accordo con il nostro governo “per una maggiore sicurezza nelle comunicazioni”. Quello che più comunemente si chiama Space X. Palazzo Chigi smentisce: non c’è stata nessuna firma; Musk è più guardingo: non conferma, ma fa capire che il patto è una realtà.
Il putiferio Musk
Si scatena un putiferio: con la sinistra che urla e strepita come non ha mai fatto. Per loro fortuna, finisce in un angolo il caso Todde, la governatrice della Sardegna che forse dovrebbe lasciare la poltrona che occupa.
Ma le polemiche divampano, non c’è un attimo di tregua nelle ultime ore dell’Epifania. “Meloni consegna l’Italia a Musk”, si scrive. “La nostra sicurezza passa nelle mani del pupillo di Trump”. “Diventiamo succubi degli Stati Uniti”. “Stiamo svendendo il Paese”. E poi la perla in un titolo a tutta pagina sull’Unità: “Ora sappiamo che cosa è il fascismo: vuol dire privatizzazione dello Stato”.
Ritorno al ventennio?
Non poteva mancare un accenno al deprecato ventennio, ormai è un “must”: quando non si sa più che dire si fa un salto indietro nel tempo che la storia ha già cancellato. Il patto segreto è sicuro senza ombra di dubbio, si sostiene in via del Nazareno, sede del Pd. Ma, indipendentemente dalle certezze, il governo continua a smentire. Dove sta la verità?
Ognuno tira l’acqua al suo mulino e non è facile capire dove finisce il vero e comincia il falso. Di certo c’è soltanto un viaggio improvviso di Giorgia Meloni che, in un assoluto silenzio, vola in Florida, arriva nel quartier generale di Trump dove rimane per qualche ora prima di ripartire in fretta e furia per l’Italia. Si sarà parlato della guerra in Ucraina, dei dazi che gli Usa vogliono imporre all’Europa, anche del caso di Cecilia Sala detenuta senza alcun motivo in un carcere di Teheran.
Soltanto in un secondo momento è scoppiato lo scandalo del plurimiliardario che vuole investire il suo (tanto) danaro in Italia. Per fare che? L’opposizione parla di un grande pericolo; mentre Matteo Salvini replica che semmai è una opportunità. La confusione è alle stelle e tutti, esponenti della maggioranza e della minoranza, intervengono nella querelle. E’ assolutamente lecito che in una democrazia ci siano due voci. Il contrario non è auspicabile. Magari sarebbe meglio placare i toni e servirsi maggiormente della razionalità. Ma questo è estremamente difficile in un Paese che si divide fin dai tempi dei Guelfi e dei Ghibellini.
Quello che è insopportabile è che nel “litigio” (eufemismo) c’entri qualcuno che ha fatto dell’Italia quello che una volta era per i nostri poverissimi migranti l’America. Viaggi della speranza in cerca di una vita migliore e di un calcio alla povertà. Ebbene il signore di cui stiamo parlando (non merita la citazione con nome e cognome) scrive che la Meloni “è andata in pellegrinaggio da Trump anche a baciare l’anello del presidente”. Parole che non hanno bisogno di un commento, magari (questo si) di una risposta di Palazzo Chigi ad una persona che non sa che cosa sia l’educazione e non sa vivere nel Paese che lo ospita e lo fa intervenire spesso in tv.