
“Difesa non significa fare la guerra ma difendere un paese”: per Gasparri è “necessaria una difesa comune europea”(foto ANSA) - Blitz quotidiano
“Difesa non significa fare la guerra , ma difendere un paese”. Ed è “necessaria una difesa comune europea” ammonisce Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, in una serie di note.
Gasparri spiega che “gli Stati Uniti hanno una presenza militare storicamente forte in Europa. In passato c’era la minaccia della Russia, poi il comunismo è crollato, ma l’esigenza di difesa è rimasta invariata. Le guerre purtroppo continuano, in Medio Oriente in particolare, e oggi c’è l’aggressione russa all’Ucraina.
Nel mondo è guerra continua

“Per questo è sempre stata avanzata la richiesta di aumentare la spesa per la difesa, portandola almeno al 2% del PIL. Durante il governo Conte, ad esempio, la spesa militare è aumentata di 3 miliardi di euro, un governo di cui non facevamo parte e al quale ci opponevamo.
Noi riteniamo che l’aumento della spesa per la difesa sia giusto: la difesa è un concetto globale. La difesa non è per fare guerre, ma per proteggere i cittadini da molteplici minacce.
“Siamo favorevoli anche se, ovviamente, dobbiamo comunque tenere conto delle condizioni di bilancio”.
Carabinieri o ospedali?
Intervenuto su Sky Start, Gasparri ha elaborato: “Giorgetti ha dichiarato di recente, con una posizione che l’Europa condivide, che una parte della spesa può essere coperta dai prestiti: investendo una cifra, si può moltiplicare con meccanismi finanziari, creando così una via virtuosa per rafforzare la politica di difesa.
“Tuttavia, la possibilità di indebitarsi dipende dalla situazione di partenza. Un paese come la Germania, con un debito pubblico più basso, ha maggiore possibilità di indebitarsi. L’Italia, che ha un debito pubblico molto elevato, deve essere più prudente, anche se esiste lo svincolo dal calcolo del rapporto deficit/PIL per la difesa”.
“Per quanto riguarda la questione dei fondi da destinare a sanità e difesa, l’esigenza di investire in diversi settori non è in contrapposizione.
Non si tratta di scegliere tra carabinieri o ospedali. Bisogna fare entrambe le cose. Noi abbiamo aumentato la spesa per la sanità raggiungendo i 136 miliardi e mezzo. La gestione delle attività pubbliche comprende scuola, sanità, trasporti, sicurezza e difesa. Servono risorse per tutto, ma è ovvio che si deve decidere dove e come investire di più perché se ci fossero risorse infinite, come in una partita di Monopoli, dove basta aprire la scatola per trovare soldi finti, sarebbe tutto risolto”.