La resa dei conti. Era inevitabile che avvenisse immediatamente dopo la cocente sconfitta subita in Liguria. Si è aperto lo scenario sul tutto contro tutti. I 5stelle ancora contro Renzi che a sua volta è contro Conte; una parte del Pd che non si fida più di Eddy e ritiene che non sia una leader; Grillo che ancora sbraita per essere stato messo fuori dal “suo” Movimento; le correnti dei dem che si fronteggiano; Carlo Calenda che, avendo cercato un ultimo appiglio, si trova da oggi in mezzo al guado senza che nessuno lo aiuti.
La Schlein non è più forte come subito dopo le europee perché, malgrado il buon esito del voto in Liguria, deve fronteggiare una parte di quelli che sono i suoi amici-nemici di via del Nazareno.
Ad esempio il sindaco Sala, un importante esponente del Pd che dice alzando il tono della voce: “Non ci possiamo appiattire sui 5Stelle che non raggiungono nemmeno il cinque per cento delle preferenze”.
Gli fa eco Stefano Bonaccini, il quale ritiene che bisogna andare alla ricerca di alleanze più solide. In altre parole, tutti tentano di trovare una giustificazione per lenire la ferita delle urne. Con molta prosopopea, la Schlein risponde alle accuse, soprattutto dei suoi, indicando cifre e numeri. “Siamo stati il primo partito in Liguria, lo saremo presto in tutta Italia”. Parole di ottimismo che non trovano riscontro in diversi settori del Pd. “Non è riuscita in due anni a formare una coalizione in grado almeno di fronteggiare la destra. Tante chiacchiere, poca sostanza”.
Allora che fare? Qualcuno dei più accaniti incalza: “Potremmo ripetere le primarie per vedere se la situazione non è cambiata e tiri aria nuova”. E’ guerra aperta, tanto più che oggi come oggi nessuno si espone per non trovarsi coinvolto in una rissa che risulti poi perdente.
Se nel Pd è lotta continua, nei 5Stelle la battaglia è su due fronti. Il primo riguarda Beppe Grillo mai domo. Non digerisce e non digerirà mai l’affronto di Giuseppe Conte e se è vero che la vendetta si mangia su un piatto freddo, allora preferisce sedersi ed aspettare che passi il cadavere del suo nemico.
Una prima soddisfazione l’ha avuta nella sua terra perché senza il suo apporto, i pentastellati hanno fatto un tonfo che mai nessuno si sarebbe aspettato. Allora Grillo è paziente e attende il momento opportuno per sferrare il suo attacco. Naturalmente il primo obiettivo è sparare a pallettoni contro l’avvocato del popolo. Conte incontra gli esponenti più rappresentativi del Pd e si assume in pieno tutte le responsabilità anche se – aggiunge – “voi sapete che alle amministrative non siamo mai andati troppo bene”.
Ci si difende, come nel calcio, buttando la palla in corner, ma i problemi sono tanti e non sarà facile risolverli. Anche Fratoianni e Bonelli che finora non hanno mai alzato la voce adesso si fanno sentire: “Siamo diventati il secondo partito della coalizione. Adesso vogliamo contare di più e pretendiamo che ci si ascolti con attenzione”.
Come far torto ai gemelli dell’ultra sinistra? Insomma, la battaglia infuria e tutti cercano di difendersi addossando le responsabilità agli altri. Una brutta batosta per la sinistra che appena una manciata di giorni fa riteneva inutile fare le elezioni in Liguria tanto per loro era una passeggiata.
C’è chi sorride nella maggioranza e qualcuno più cattivo degli altri ricorda una frase di Silvio Berlusconi: “Alle primarie riuscite sempre a vincere, perché correte da soli”. Se questa è l’aria ne vedremo delle belle fra non molto quando si voterà in Emilia Romagna e Umbria..
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