Che Italia è mai questa? In treno è difficile viaggiare, ogni giorno c’è un guasto, arrivare con più di un’ora di ritardo è quasi una normalità.
In Veneto, il governatore Luca Zaia, al suo quarto mandato, non se ne vuole andare: “Dovranno decidere gli elettori, non gli intrighi di Palazzo”, dice con forza.
In Parlamento, a Camere riunite, non si riescono ad eleggere i quattro giudici mancanti della Consulta, cosicché una parte della giustizia si ferma. A leggere i voti della ennesima fumata nera non ci rimane che impallidire: 377 schede bianche, 15 nulle.
Eppure, qualcuno parla ancora ed è ottimista. Sostiene: “Viaggiare non è diventato un disastro, si deve stare attenti ai termini”. Se si arriva a destinazione dopo oltre un’ora, non è colpa di chi amministra le ferrovie, ma solo dei tanti lavori che vogliono migliorare la rete.
La confusione è grande perché quasi mai c’è una unità di intenti nelle decisioni. La maggioranza mostra delle crepe, la minoranza naviga a vista e non sa in quale porto attraccare.
Italia agitata dalla bomba a orologeria grillina
Il terzo mandato manda in tilt le coalizioni: Roma decide che i governatori si dovranno dimettere dopo due legislazioni; in Campania e in Veneto la pensano diversamente. Vincenzo De Luca riunisce i suoi che sono contro le decisioni di Palazzo Chigi e dintorni.
Elly Schlein non è con il governatore malgrado sia del suo stesso partito. In Veneto si va oltre. Si invoca la Costituzione: “Se il popolo è sovrano, soltanto il popolo con il voto dovrà stabilire chi sarà il nuovo presidente”.
Luca Zaia, non solo non ci sta, ma minaccia uno stop dell’alleanza che va avanti da trent’anni. Un ricatto? Forse questo è un sostantivo esagerato però quando si sostiene che, in quel caso, è pronto a correre da solo, di cosa discutiamo? Zaia insiste: “Gli amministratori vengono eletti dal popolo, il resto è inaccettabile”.
Que reste-t-il de l’Italie canterebbe Charles Trenet
Come finirà non è facile prevederlo: o si trova una sistemazione per i due; oppure nelle due regioni si faranno i fuochi di artificio ed a Napoli sono maestri in questo campo, Capodanno docet.
Giorgia Meloni che oggi compie gli anni (auguri da Blitz) non si pronuncia, rimane per ora alla finestra in attesa di tempi migliori e di una maggiore razionalità.
Matteo Salvini deve combattere su due fronti: non solo in Veneto, dove non sa che pesci prendere. Se Zaia potesse continuare a fare il governatore a lui non dispiacerebbe, perché è l’unico che potrebbe sostituirlo alla segreteria nel caso in cui la Lega dovesse ancora perdere consensi.
Ma il guaio più incombente per il numero uno del Carroccio riguarda oggi il ministero che dirige. I trasporti sono nel caos e se è vero, come è vero, che in alcuni casi le accuse sono infondate (in Calabria, ad esempio, lo stop dei treni è stato causato dalle avverse condizioni del tempo), non c’è dubbio che ci si trova dinanzi ad una situazione che ha pochissimi precedenti, forse nessuno.
La Lega tentenna, le opposizioni sparano a pallettoni. Elly Schlein Giuseppe Conte chiedono le sue dimissioni e pretendono che il vice premier vada a riferire in Parlamento. Ma questo non lo assolverà dai disastri che stanno sconvolgendo le ferrovie con gravissimi disagi per i viaggiatori.
Il solito Matteo Renzi, che va in cerca della pubblicità, come se gli mancasse l’acqua per bere, usa poche significative parole: “Noi di Italia Viva siamo pronti a presentare una mozione di sfiducia”, Ecco fatto: non mancava che questo tassello alla rappresentazione che va in scena ogni giorno in Parlamento.
Da Palazzo Chigi, arriva qualche notizia che porta serenità. Nel 2024 gli sbarchi di irregolari sono diminuiti del 59 per cento, il lavoro va a gonfie vele nonostante le prefiche rappresentate da due sindacati, la disoccupazione diminuisce a vista d’occhio, lo spread è ai minimi termini. Insomma, l’Italia è più forte.
Ma basteranno questi particolari (di non poco conto) a portare maggiore serenità nel Paese, dimezzato dalle liti che lasciano perplessi gli italiani?