Elezioni 2022, salta tutto? lo dirà la Corte europea: premierato a rischio, Meloni difende legge contro cui votò

Possibile che le elezioni  politiche del settembre 2022 siano state irregolari?  Ed è possibile ancora che in quella consultazione siano stati violati i diritti degli italiani? Sembrano a prima vista due interrogativi impossibili, ma qualche dubbio rimane perché la Corte dei diritti europei ha dichiarato ammissibile (ripetiamo ammissibile) un ricorso presentato mesi fa dall’ex segretario del partito radicale Mario Staderini. Per la precisione questo non vuol dire che il ricorso sia stato accettato, ma solo preso in considerazione e quindi non respinto. Il governo avrà qualche settimana per presentare le sue memorie, poi si vedrà.

Tanto perché in Italia non ci siano tanti problemi da discutere e risolvere, ora nasce pure questa contesa che non può far dormire sonni tranquilli a Palazzo Chigi. Entriamo subito in “medias res”? Tutto ciò può significare che il voto stravinto dal centro destra  possa essere annullato? Che insomma tutto ritorni come prima come se quelle elezioni non esistessero più?  Ci sentiamo di escluderlo perché i motivi presentati nel ricorso sono piuttosto deboli. Si parla di una legge elettorale cambiata tre volte prima delle urne, quindi di una instabilità che ha reso confusa una situazione da cui il popolo possa essere stato confuso e tratto in inganno.

Comunque sarà la Corte dei diritti europei a decidere ed a pronunciarsi in merito. Possibilità di vincere? Poche, anzi pochissime a detta degli osservatori più attenti. Perchè il vero motivo dell’iniziativa condotta dal radicale Staderini è un altro. Per l’esattezza l’introduzione del premierato, quello che la Meloni considera la madre di tutte le riforme. L’elezione diretta del presidente del consiglio da parte del popolo, ciò che eviterebbe gli inciuci e gli accordi sottobanco anche a dispetto del voto degli italiani.

Questo è un argomento su cui il pd e i suoi alleati combatteranno strenuamente per evitare che possa avere il via libera. Probabilmente, come detta la legge, si arriverà al referendum popolare, assai rischioso per la maggioranza. Matteo Renzi ne è un esempio lampante: da quella sconfitta cominciò il suo declino. La Meloni, però, la pensa in maniera diversa perché sa e ritiene che gli italiani saranno con lei e non la tradiranno.

Perchè tanta acredine verso questa riforma? Per quale ragione Elly Schein in prima persona, seguita a ruota da Giuseppe Conte, combatteranno con ogni mezzo per evitare il premierato? Perchè si rendono conto che se il referendum dovesse dar ragione alla premier inizierebbero per l’opposizione tempi bui. Ecco perché su questo argomento, il fallito campo largo potrebbe riprendersi e ostacolare con in tutte le maniere l’iter della riforma. Giuseppe ed Elly finalmente uniti almeno in questo frangente. C’è il pericolo che una volta approvato il premierato possa modificare in parte la Costituzione? Si, dicono coloro che lo paventano. Perchè i diritti e i doveri del Quirinale sarebbero ridimensionati e il Colle non avrebbe più voce in capitolo riducendo il capo dello stato ad una figura solo rappresentativa.

La maggioranza è di parere contrario e afferma che tutto rimarrà come prima tranne il “piccolo particolare” che a Palazzo Chigi siederà chi ha voluto il popolo e non i giochi di potere del Palazzo. Si deve dire in tutta coscienza che la situazione cambierebbe eccome perché il premier diventerebbe il personaggio più importante del Paese in quanto è il Paese che lo ha voluto.

Se è così (e lo è) si spiega l’accanimento della minoranza e pure il ricorso alla Corte europea dei diritti. Si punta con quella iniziativa alle elezioni del 2022, si prendono quelle consultazioni a pretesto, ma il vero obiettivo è la madre di tutte le riforme. E cioè la paura di trascorrere mesi se non anni lontani dal potere. Questo è un pericolo che la minoranza non vuole passare, perché, come diceva Giulio Andreotti, il potere logora soltanto chi non lo ha. 

 

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Bruno Tucci