Elezioni europee, il day after in Francia: perché Macron ha sciolto la Camera

Elezioni europee, il day after in Francia. Una bomba, una mossa inattesa, ma certamente studiata da settimane: con la sua decisione di sciogliere l’Assemblea nazionale, Emmanuel Macron ha scelto la mossa del cavallo o, meglio ancora, l’azzardo consentito solo a un giocatore di poker.

Di fronte a una estrema destra attorno al 37 per cento (31,5-32 % al Rassemblement National di Marine Le Pen, il 5,3 % alla nipote, Marion Marechal Le Pen), il capo dello Stato ha scelto la strada più impervia. Il trionfo lepenista e il tracollo del partito di Macron hanno quasi occultato il resto del voto europeo.

La Francia è l’architrave dell’architettura europea (e l’unico paese dell’Ue con l’arma atomica), la semplice idea di vedere Marine Le Pen all’Eliseo fra tre anni fa tremare tutte le cancellerie europee. A un voto così clamoroso, con il suo partito che ha ottenuto meno della metà dei voti dell’Rn, il capo dello Stato era obbligato a una risposta altrettanto clamorosa.

Avendo soltanto una maggioranza relativa in parlamento, l’unica soluzione possibile era quella di chiamare il paese alle urne. E il più presto possibile : il primo turno sarà il 30 giugno, il secondo il 7 luglio. Un calendario che scombussola tutti i partiti.

Ciò non toglie che si tratti di una scommessa pericolosa. Il tentativo di Macron sembra chiaro: o dimostrare che l’estrema destra non ha i numeri per governare o lasciarla accedere alle responsabilità governative per impedire l’arrivo di Marine Le Pen all’Eliseo nel 2027.

Detto in altri termini: puntare sull’incapacità lepenista a riunire una maggioranza parlamentare o scommettere sull’assenza di personale politico competente. In sostanza, dimostrare l’inconsistenza dell’estrema destra.nFare previsioni è per il momento impossibile. La destra moderata sarà tentata da un accordo con i lepenisti? La sinistra riuscirà a superare i contrasti interni e a trovare un leader comune?

Il Partito socialista è tornato ad essere il primo nel fronte progressista, ma non per questo avrà la leadership. I macronisti, dal canto loro, avranno ben pochi margini di manovra. Il voto delle europee è stata anche la sconfessione del capo dello Stato dopo sette anni al potere.

Con lo scioglimento dell’Assemblea nazionale Macron ha scelto l’azzardo, ma al tempo stesso ha messo i partiti di fronte alle loro responsabilità : chi vuole evitare l’arrivo dell’estrema destra al governo dovrà dimostrarsi malleabile e realista. Ci sono solo tre settimane di tempo.

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Giampiero Martinotti