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Elezioni in Liguria per Schlein prova del fuoco: Bucci rimonta, scandalo Toti in archivio

Le elezioni in Liguria diventano la cartina di tornasole per il Pd. Ma soprattutto per Elly Schlein convinta com’era che da quella consultazione sarebbe cominciata la scalata per tornare a comandare e battere la destra di Meloni.

Adesso, ad una settimana dalle elezioni in quella regione, l’ottimismo è scemato e la sinistra ha paura di non farcela. “Andrea Orlando traballa” si dice. Questa è la voce della maggioranza, ma è davvero così?

Mai come questa volta pronostici non se ne possono fare, perché potrebbe essere la differenza di pochi voti a far pendere la bilancia da una parte o dall’altra.

Però, in tutti i casi, la segretaria del Pd è preoccupata perché i sondaggi non sono più quelli di un mese fa quando la vittoria voleva significare solo attendere una manciata di giorni.

La rimonta della destra in Liguria

Oggi, la situazione è diversa, perché il sindaco Marco Bucci, ora candidato della destra, avanza pericolosamente e fa tremare l’opposizione.

Quali ripercussioni potrebbe avere questo ribaltone? Ad essere penalizzata sarà innanzitutto la Schlein che nella Liguria ha riposto quasi il futuro del Pd. “Dopo Genova e dintorni, sconfiggeremo Giorgia pure in Umbria e Toscana. Sarà un netto tre a zero che dovrà preoccupare non poco la maggioranza”, sosteneva la segretaria.

Ora. se si deve dar credito ai numeri di chi si occupa delle previsioni, la Schlein non trascorrerà giorni tranquilli. Il voto sarà il 27 e 28 ottobre e le fibrillazioni aumentano alla vigilia della consultazione.

Elly preoccupata per le elezioni in Liguria

Ma perché Elly è così preoccupata?

Non tanto per una sconfitta non prevista, ma perché in Liguria non potevano esserci dubbi dopo il caso Toti. Gli amici-nemici dovevano abbozzare perché ancora una volta la numero uno di Via del Nazareno avrebbe messo a tacere i cosiddetti moderati del partito.

Adesso, invece? Chi della “rivoluzione” di Elly non ne vuol sapere si è seduto sulla riva del fiume in attesa di quanto avverrà alla fine del mese. Per dirla in parole povere, la guerra tra le tante correnti del Pd si riaccenderà e non si sa come andrà a finire.

Come mai questo capitombolo? Innanzitutto, stiamo parlando di previsioni perché magari Andrea  Orlando stravincerà e i contrari o pessimisti  dovranno tapparsi la bocca. Con Elly sempre al comando come è avvenuto dopo le europee.

Comunque, l’avanzata di Bucci è un fatto, non un pettegolezzo. In primo luogo, perché l’attuale sindaco di Genova ha ben guidato la città e di questo è consapevole tanta gente che vi abita.

Secondariamente, perché quando si va a deporre la scheda nell’urna i tre partiti della maggioranza sono compatti, mentre gli avversari sono divisi e si combattano fra di loro.

L’unico ad essere convinto che il Pd vincerà a mani basse è Matteo Renzi il quale da qualche tempo ha “sposato” (politicamente si intende) la linea della Schlein e si dice convinto che il binomio Italia Viva-Pd avrà la meglio non solo in Liguria, ma in tutto il Paese.

Le parole dell’ex presidente del consiglio hanno poco peso, perché chi vota non crede più ai continui ribaltoni di Renzi e tira dritto per la sua strada. Ci sono ben altre gatte da pelare in Italia. Non solo per la situazione internazionale che peggiora giorno dopo giorno, ma anche per il divario sempre più difficile che divide la maggioranza dall’opposizione.

Non c’è nulla che possa conciliare i due schieramenti. E’ logico che il Pd e i suoi alleati siano attenti e contestino certi atteggiamenti del governo, ma un denominatore ci sarà, basta avere maggiore attenzione per il futuro del Paese.

Manovra economica,  occupazione, salario minimo, scuola, sanità: in nulla si è d’accordo. Anche quando una buona parte dell’Europa plaude all’iniziativa di trasferire i migranti in altro Paese, ad esempio in Albania.

“E’ una deportazione”, si strilla. “Lo avete letto: dei sedici stranieri portati in Albania, quattro sono tornati in Italia, perché chi doveva decidere ha sbagliato tutto”.

E’ in questo clima che si voterà in Liguria, Toscana ed Umbria. “Che Dio ce la mandi buona”, sostengono coloro i quali sono stanchi di questa situazione e vorrebbero una politica diversa.

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