“Bucci una mia scelta, ho vinto contro tutti” esulta Giorgia Meloni il giorno dopo la vittoria di Marco Bucci alle elezioni regionali in Liguria. C’è un unico problema in questa narrazione: in Liguria non ha votato più o meno nessuno.
Insomma, nella Liguria delle inchieste sugli appalti al porto, nella Liguria dei patteggiamenti, in un’Italia sempre meno coinvolta dalla politica e sempre più indifferente alla cosa pubblica, la Meloni può certo dire di aver vinto. Ma in realtà, diciamolo chiaramente, c’è poco da festeggiare per tutti. Anche qui, infatti, ancora una volta ha vinto, anzi, ha stravinto l’astensionismo.
Alle elezioni ha partecipato solo il 45,96% dei 1.347.736 elettori. Un dato record e molto inferiore rispetto alle elezioni del 2020, quando votò il 53,42%. Un altro dato: Fratelli d’Italia, il partito della premier, è passato dal 26,8% delle europee di giugno al 15,08%. A trainare la colazione, infatti, sono state soprattutto le liste legate al governatore.
Da segnalare poi anche ovviamente il crollo del Movimento 5 Stelle, che racimola un misero 4,56% con un tracollo totale rispetto al 10,2% delle europee. Ma questi sono dati secondari. Il vero dato che dovrebbe allarmare tutti è l’astensionismo record. E magari più di qualcuno dovrebbe anche farsi una domanda: perché nessuno in Italia va più a votare?
“Bucci una mia scelta, ho vinto contro tutti” dice quindi la Meloni ignorando un po’ tutti quelli che hanno scelto di restare a casa. Forse è più realista il comico Dario Vergassola, quando, intervistato da Repubblica, dice: “La gente si chiede perché devo andare a votare sotto la pioggia e nella tempesta se tanto poi non cambia niente e nessuno mi ascolta”. Ecco, forse questa è l’analisi più sincera su quel che è accaduto tra domenica e lunedì. Altro che vittorie.