Gli operai di Pomigliano d’Arco non fanno sconti. Elly Schlein è andata a trovarli quasi contemporaneamente alla lettera di licenziamento inviataloro dall’azienda. L’accoglienza non è stata delle migliori e si può comprendere visto lo stato d’animo di persone che non avranno più lo stipendio alla fine del mese.
Cosa vuol significare questo episodio? Che la classe operaia non fa più parte di quella sinistra che, comunque andava, cantava sempre “Bella ciao”?
Elly Schlein, gli operai e la Cgil
Il problema ha dimensioni diverse: non è di oggi, è di ieri e dell’altro ieri, altrimenti non si spiegherebbe perché duecentomila iscritti hanno abbandonato la Cgil, considerata la loro roccaforte.
Sta tutta in un sostantivo la semisconfitta del Pd che non gode buona salute. Si chiama indecisione. E, a parte gli ultimi risultati elettorali che hanno premiato i dem, non si può dire che all’opposizione si respiri un’aria tranquilla.
Il campo largo non ce la fa
Nonostante l’impegno e gli sforzi di Elly Schlein, il campo largo non riesce a nascere. Ogni volta che si è alla vigilia di un incontro che potrebbe coincidere con la parola ottimismo spunta un nuovo ostacolo che manda all’aria i progetti della segretaria.
E a lei che si rivolgono gli strali dei più riottosi, cioè di coloro che non sono d’accordo con la svolta di Elly, tutta orientata a sinistra. In questo modo si perdono i voti dei più moderati e il patto con le altre forze più progressiste va a farsi benedire.
La colpa non è assolutamente tutta della Schlein: sono le correnti che dividono i dem a fare in modo che tutto non proceda per il verso giusto. Si finge un passo avanti e poi si torna indietro in una specie di altalena che manda ai matti la numero uno di via del Nazareno.
Gli ultimi arrivati a contrastarle il passo (proprio loro?) sono i 5Stelle o, meglio per essere più precisi, il presidente del Movimento che non c’è più. E’ diventato un partito con tutti i crismi e chi lo ha voluto così, se non Giuseppe Conte?
L’avvocato del popolo non se la sente di diventare un cespuglio della sinistra. Svanito il sogno di Palazzo Chigi, vuole almeno quello di guidare l’opposizione. Si spiega quindi la ritrosia dei fedelissimi che respingono qualsiasi forma di vassallaggio.
Essere secondi o addirittura terzi non piace a nessuno, figurarsi ad un personaggio che per due volte ha guidato la maggioranza e quindi il Paese.
Per agitare ancora di più le acque della sinistra, ecco salire alla ribalta il Grillo nazionale il quale non vuole che la sua invenzione finisca con l’essere appannaggio di qualcun altro.
Che cosa si inventa il buon Beppe? Prende carta e penna e scrive una lettera, indovinate a chi? Alla rivale o presunta tale. Perché da quel mattacchione che è insinua il dubbio nella mente di Elly. “Sai chi è stato a far scivolare i 5Selle al quattro o cinque per cento secondi i dati delle ultime regionali?
“Proprio lui, il mago di Oz (sapete chi è?) che in questo modo ha reso assai più forti i dem. Con i suoi schierani, i quali un giorno potrebbero sfilarti la poltrona di via del Nazareno che è il suo vero traguardo”.
E’ chiaro che da parte di Elly Schlein non ci sia stato il minimo commento. Ci mancherebbe. Però, il dubbio rimane e forse un pizzico di preoccupazione non guasta mai se si vuole cercare tranquillità.
Il quesito, allora, è questo: come può la sinistra sperare in un futuro radioso se la guerra non accenna a diminuire?
C’è chi dice -e non ha tutti i torti – che i più grandi alleati di Giorgia siano proprio i suoi nemici. E’un iperbole, naturalmente, ma a pensar mal degli altri, diceva Andreotti, si fa peccato, ma spesso si indovina.